Omelia (14-01-2007) |
don Ricciotti Saurino |
Il brindisi Giovanni ha preparato i suoi discepoli ad una vita austera nell'ascetismo del deserto, ma, ad un certo punto, indica loro il 'più forte' e, coraggiosamente, li invita a seguire Lui, l'Agnello di Dio, Colui al quale egli non è degno di sciogliere i legacci dei calzari, Colui che battezzerà in Spirito Santo e fuoco. E i discepoli, a malincuore, dando un strappo ai legami affettivi e senza comprendere questo nuovo battesimo, si mettono dietro il novello Maestro per continuare l'esperienza spirituale. "Venite e vedrete!" E' l'assurda risposta che Gesù dà ai due che, chiedendo di dimorare con Lui, si aspettano invece una sfilza di precisazioni preliminari con una rapida sintesi delle finalità e delle norme comportamentali. Ma quale sorpresa! Con questo nuovo Maestro le cose vanno proprio diversamente. Anziché prendere la nota strada del deserto, si comincia con una festa nuziale. Si guardano sbalorditi e, forse, anche scandalizzati. E' lo scandalo che, ancor oggi, noi proviamo quando ci viene presentato un Dio diverso da quello che pensiamo, abituati alla nostra religiosità da cinghia stretta, fatta solo di lacrime di pentimento e carente di sorrisi e di entusiasmo. E' lo scandalo che diamo quando, pur trovandoci attorno ad una mensa, conserviamo la seriosità del deserto. Cambiamo la scenografia, ma non l'atteggiamento, incomprensibilmente funereo anche davanti ad un brindisi per la nuova ed eterna alleanza. Ma lo stupore dei discepoli si dilegua rapidamente quando, abituati ad un frugale pasto, si ritrovano davanti all'abbondanza di leccornie e di vino... Dall'austerità si passa facilmente all'eccesso opposto... prosciugando le programmate riserve. Nessuno avverte il disappunto... nessuno nota che i boccali rallentano la corsa, tranne Lei che, avendo conquistato il titolo di 'serva', sta ad aiutare in cucina... Lei, che è sempre accorta ad ogni impercettibile espressione del viso, s'accorge che la situazione sta per piombare nell'inaridimento e rischia di finire 'in gloria'. Solo Lei, Maria, comprende che quella circostanza di disagio è il segno del proverbiale essiccamento dell'umanità che il Figlio Suo è venuto a cambiare. Solo Lei intuisce che, nella provvidenza divina, quello che è cominciato come un normale banchetto nuziale diventa improvvisamente l'ora della manifestazione della 'Gloria di Dio'. E' giunto il momento nel quale l'umanità si renda conto che lo Sposo è sceso per celebrare le nozze con la sua sposa. Ora comincia la vera festa dell'umanità, che da tempo ha annacquato il valore della Legge, già incompleta come le sei giare e per giunta isterilita dal vuoto. Vuoto prosciugato dalla sterile lunga attesa, inaridito dalle frequenti crepe di tradimento, infreddolito dall'assenza affettuosa dello Sposo divino. Ora la legge antica, fatta di gelida osservanza, cede il passo alla nuova, piena di amore, di vita e di effervescienza. Ora l'acqua della purificazione ha finito il suo compito e scompare davanti al vino rosso e traboccante d'entusiasmo e di gioia. Ora i discepoli capiscono perché Giovanni ha detto che il più forte 'battezzerà in Spirito Santo e fuocò... ora che sperimentano la Sua capacità di infondere Spirito nuovo in otri vecchi... Ora avvertono in loro stessi che l'ardore e l'impeto del bene e dell'amore hanno preso il posto della mortificazione e del pentimento. Sei giare ricolme di vino novello... una quantità enorme perché l'umanità affoghi nel fuoco e nell'entusiasmo per la festa di nozze di Dio con la creatura... Ma la festa non finirà più... quel vino dell'alleanza continuerà a gorgogliare nelle nostre assemblee...anche quando scarseggeranno i maestri di tavola che si complimentino entusiasti. |