Omelia (12-01-2007)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov'egli si trovava e, fatta un'apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico. Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: «Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati».

Come vivere questa Parola?
È interessante questo brano incentrato sul perdono del peccato a un uomo paralitico, a cui viene ridata da Gesù la possibilità di muoversi e di camminare. Infatti come la paralisi immobilizza il corpo così il peccato è paralisi dell'anima, della vita che qualifica la nostra identità di uomini in cammino verso la felicità di Dio. Così la prima paralisi, in questo brano, è emblematica dell'altra assai più dannosa. Ciò che cattura la nostra attenzione è un fatto. Sono quattro persone quelle che hanno portato da Gesù il paralitico adagiato sul suo lettuccio. Quattro – dice Silvano Fausti – come gli elementi primordiali: aria, acqua, terra, fuoco e come i punti cardinali: dimensioni cosmiche. Ora, questi quattro, visto l'enorme assieparsi della folla che non permette assolutamente di portare in casa il paralitico con relativo lettuccio, non demordono affatto. Si organizzano in modo da scoperchiare il tetto e, a forza di braccia, calano l'uomo davanti a Gesù. A Gesù non sfugge questa coalizione a bene operare; anzi Egli coglie la fede che la muove: una fede - diremmo – comunitaria. Il testo infatti dice: "Vista la loro fede, disse al paralitico: ti sono rimessi i peccati". Di solito, negli altri incontri di Gesù, troviamo quella sua parola "Va', la tua fede ti ha salvato". che implica la sottolineatura di un atto di fede del tutto personale. Qui c'imbattiamo in una fede che è di natura comunitaria. Non è un particolare da poco! In una società dove si tende a privatizzare tutto, il rischio è proprio quello di vivere e consumare la propria fede come un atto non solo personale (tale deve essere prima di tutto) ma come un atto individualistico: come a dire: Qui ci sono io con la mia fede e gli altri si aggiustino, con o senza la loro.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi soffermerò a considerare quanto è bello che, con S.Paolo, io mi renda conto anzitutto che la fede diventa operante nella carità. Ma come potrei dunque vivere a casa mia, o nella mia comunità, o nell'associazione a cui appartengo chiusa in una mia nicchia? Gestire bene la relazionalità con il prossimo è il primo elemento della vera fede!

Signore, aiutami a vivere l'aspetto comunitario della fede. Fammi solidale coi miei fratelli di fede per operare con loro la carità.

La voce di un padre apostolico
Noi siamo beati se osserviamo le leggi di Dio, vivendo nella concordia e nell'amore, e questo perché la carità cancellerà i nostri peccati.
S. Clemente