Omelia (21-01-2007) |
don Remigio Menegatti |
Le tue parole, Signore, sono spirito e vita (282) Per comprendere la Parola di Dio alcune sottolineature La prima lettura (Ne 8, 2-4. 5-6. 8-10) ci parla del "ritrovamento", un mattino del settembre del 444 a.C., del libro della Legge, durante i lavori di ricostruzione del tempio, distrutto al tempo della deportazione in Babilonia. Per un popolo che ha riacquistato la libertà serve una nuova legge, un patto di alleanza su cui ricostruire i rapporti tra le persone e con il Signore. Il sacerdote legge il testo, lo spiega al popolo e fa comprendere il senso della proposta di Alleanza: Dio si impegna nuovamente ad abitare in mezzo al suo popolo. Il popolo mostra di volersi convertire al Signore ed esprime la gioia per la fedeltà di Dio. Gioia che viene ribadita dal pasto che suggella questa rinnovazione del patto. Il vangelo (Lc 1, 1-4; 4, 14-21) riporta le prime parole di Luca, in cui spiega il modo con lui ha scritto il vangelo: le ricerche accurate delle parole e gesti di Gesù. Si passa poi a raccontare la presenza di Gesù nella sinagoga di Nazaret e come presenta se stesso: lui realizza le profezie che parlano del Messia liberatore. Salmo 18 La legge del Signore è perfetta, rinfranca l'anima; la testimonianza del Signore è verace, rende saggio il semplice. Gli ordini del Signore sono giusti, fanno gioire il cuore; i comandi del Signore sono limpidi, danno luce agli occhi. Il timore del Signore è puro, dura sempre; i giudizi del Signore sono tutti fedeli e giusti, più preziosi dell'oro. Ti siano gradite le parole della mia bocca, davanti a te i pensieri del mio cuore. Signore, mia rupe e mio redentore. Il salmo manifesta un ringraziamento destinato a Dio, riconosciuto come "rupe" e "redentore"; un ringraziamento per il dono prezioso della sua Parola. Una parola che "rinfranca l'anima" ovvero incoraggia, dona fiducia, rende forti. Una parola "verace", perché manifesta ciò che veramente conta per la vita dell'uomo, manifestandogli la sua vera natura di figlio di Dio. Una parola limpida perché dona "luce agli occhi", ovvero rende l'uomo capace di guardare la realtà con gli occhi di Dio, di vedere la vita così come la contempla il Signore, e di valutare ogni cosa con la saggezza propria dell'Altissimo. Una parola così dona gioia, rende felice l'uomo, qui sintetizzato nel cuore, che nel linguaggio biblico racchiude intelligenza, volontà, desiderio, senso della vita. La parola di Dio è più preziosa dell'oro, e genera in chi l'accoglie la volontà e capacità di rispondere con altrettanto amore, in modo che tanto i pensieri, quanto le parole che escono dalla bocca possano risultare gradite al Signore. Un commento per ragazzi Rovistare nella soffitta della vecchia casa dei nonni, tra bauli e cesti coperti di polvere, alla ricerca di "tesori" e misteri della propria famiglia è davvero un piacere che prende piccoli e grandi. Che emozione trovare le lettere che il nonno scriveva alla fidanzata – la nostra nonna – quando era militare, oppure le foto, raccolte in una scatola di latta, e vedere il papà quando era bambino e portava dei pantaloni stranissimi per noi adesso. Davvero un bel momento! Se già questa piccola scoperta può darci delle emozioni, immaginiamo l'esperienza del popolo che dopo il ritorno dalla terra di esilio in Babilonia si mette a ricostruire il tempio e scopre in un muro, quasi nascosto per difenderlo dagli invasori stranieri, un rotolo che contiene le parole del Signore. Quelle parole che in terra di esilio non risuonavano più, ed erano affidate solo alla memoria dei più vecchi. Parole quasi sconosciute per quanti erano nati e cresciuti in terra straniera, lontani dal paese che Dio aveva affidato al suo popolo eletto. Comprendiamo allora l'emozione di quanti ascoltano Esdra, e confermano con il pianto l'adesione alle parole lette, pianto per chiedere perdono dei peccati, e pure con la gioia di chi si sente amato dal Signore, e avverte che Dio non lo ha abbandonato. Pensiamo poi all'emozione di chi, seduto nella sinagoga di Nazaret, ascolta un giovane del villaggio che legge il rotolo di Isaia e poi lo commenta in modo unico e davvero speciale. Infatti quel giovane non riferisce di "omelie" di rabbini famosi, ascoltati a Gerusalemme o in altre famose sinagoghe. Poche parole ma estremamente chiare: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi». È solo una promessa, un invito a prestare attenzione. Quel giovane parla di se stesso come colui che – consacrato e guidato dallo Spirito del Signore – è stato mandato a realizzare le promesse di Dio: liberare i prigionieri, dare la vista ai ciechi, proclamare l'attuazione dell'anno di grazia, in cui tutti possono sperimentare la tenerezza infinita di Dio. Infine l'emozione di Luca che si appresta a scrivere anche lui un "racconto degli avvenimenti" che avevano cambiato la storia dell'umanità. Avvenimenti iniziati, secondo il suo libro, nella sinagoga di un piccolo villaggio della Galilea, a nord della Palestina. Un libro che sarà, come gli altri della Bibbia, tra i più letti del mondo, tradotto nelle lingue più disparate, stampato in un impressionante numero di copie. Tutto questo Luca non solo sapeva...lui si prefissava "solo" di fare un resoconto ordinato dei fatti che erano già conosciuti perché molti, da tempo andavano parlando di Gesù, un giovane di Nazaret, morto e risorto, il salvatore dell'umanità. E questo Luca lo sapeva bene. E noi, quale emozione proviamo alla lettura di questo libro? Un libro che fa parte di una raccolta – la Bibbia – che neanche a farlo a posta si chiama "il Libro". Bibbia vuol dire questo: "il Libro". Il libro per eccellenza, quello più importante di tutti; non solo e non tanto perché è da tempo un best-seller, quello con cui l'inventore della stampa ha cominciato la sua grande avventura. Un libro importante perché ci fa conoscere e ci fa incontrare Gesù. Non solo conoscere; questo avviene anche per i libri di storia che ci parlano di Carlo Magno, di Garibaldi, di Giulio Cesare. Il vangelo ci fa anche incontrare Gesù; soprattutto quando viene proclamato in chiesa, nella celebrazione della pasqua domenicale, oppure all'inizio della celebrazione penitenziale. Ma pure se lo leggiamo da soli o in famiglia: sempre incontriamo lui, Gesù, il Messia atteso. Un suggerimento per la preghiera O Padre, tu sei grande e ci vuoi bene perché "hai mandato il Cristo, re e profeta, ad annunziare ai poveri il lieto messaggio del tuo regno". Ti chiediamo: "fa' che la sua parola che oggi risuona nella Chiesa, ci edifichi in un corpo solo e ci renda strumento di liberazione e di salvezza" per essere anche noi testimoni credibili, educati e formati dalla tua Parola vivente. |