Omelia (22-01-2003)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
[A Gesù] è resa infatti questa testimonianza: "Tu sei sacerdote in eterno alla maniera di Melchisedek".

Come vivere questa Parola?
Leggendo il brano della lettera agli Ebrei, ci accorgiamo che l'autore sacro riprende un salmo: "Tu sei sacerdote per sempre al modo di Melchisedek; però, approfondendo questo versetto del salmo (il salmo responsoriale odierno) egli scrive che è Melchisedek a essere stato fatto a somiglianza del Figlio di Dio. Melchisedek infatti è detto "re di Salem" che significa "re di pace". E non è Gesù il sovrano della vera pace: per ogni uomo, per ogni tempo? Della misteriosa figura di Melchisedek, a diversità di tutti i sacerdoti d'Israele, non si dice né chi è il padre né la madre, non si dà nessuna genealogia, né si dice quando è nato e quando è morto. Questo suo ergersi misteriosamente dalle pieghe della storia diventa, per l'autore sacro, immagine del mistero di Cristo, della stupenda novità della sua risurrezione che, uccidendo la morte, fa di lui, anche nella sua natura umana, "il sacerdote in eterno" il sovrano della pace. Così constatiamo che aveva ragione S.Agostino, esclamando: "Il NUOVO TESTAMENTO è nascosto nell'Antico". Sì, perché il primo illumina di sensi profondi il secondo. E tutto è stupore di "storia sacra", "storia di salvezza".

Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi pongo con l'anima inginocchiata davanti a Gesù. Tu sei "sacerdote in eterno", sacerdote dell'unico sacrificio che redime e mi salva. E tu sei vero Re di Pace. Che io ti permetta di regnare in me, di offrire la mia vita al Padre con te per diventare "territorio di pace" a favore di quanti mi avvicinano e per invocare la pace in quest'ora tanto segnata da minacce di guerra.

La voce di un Padre della Chiesa
Cristo, pur vivendo, ha immolato il suo corpo per la vita del mondo: veramente ha fatto del suo corpo una vittima vivente, poiché, sebbene ucciso, egli vive. Si tratta dunque di un sacrificio in cui la morte sconta la sua pena, ma la vittima rimane; la vittima vive, e la morte viene condannata.
Pietro Crisologo