Omelia (24-01-2003)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Questa è l'alleanza che io stipulerò con la casa d'Israele dopo quei giorni, dice il Signore: porrò le mie leggi nella loro mente e le imprimerò nei loro cuori; sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo.

Come vivere questa Parola?
Il brano odierno della lettera agli Ebrei trascrive l'importantissimo testo del profeta Geremia sull'Alleanza Nuova". Il termine si trova solo in questo brano di Geremia, così lontano, nel tempo, da Gesù ma così attento a cogliere e a profetizzare appunto la novità che Egli solo venne a portare, rivoluzionando l'Antica Alleanza. Quest'ultima era legata all'adempimento della Legge promulgata sul monte Sinai. Essendo diventata la pratica della legge un'osservanza del tutto esteriore, gl'Israeliti si smarrivano in adempienze formalistiche, mentre il cuore si allontanava da Dio sempre più: "Porrò le mie leggi nelle loro menti, le imprimerò nel loro cuore". E ancora: "Nessuno avrà più da istruire il proprio concittadino, né il proprio fratello dicendo: Conosci il Signore! Tutti infatti mi conosceranno". Si tratta dunque di un'alleanza e di una conoscenza del tutto interiore, personale, profonda che vivifica e salva chi non la banalizza, chi ne ha il cuore consapevole. È l'alleanza istituita da Gesù con il suo mistero di morte e risurrezione.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, visualizzo quanto sono solito guardare durante la celebrazione eucaristica: quando il sacerdote alza il calice dove il vino è trasformato nel sangue del Signore. Sosto dentro la ripetizione amorosa di quelle parole: "Questo è il calice del mio sangue per la nuova ed eterna alleanza". Ecco: sono qui a "conoscere", nell'esperienza profonda del cuore.

Tu stesso Gesù sei ora la mia Legge di amore: un amore che si estende a tutti, un amore davvero universale, un amore sempre nuovo per ognuno che incontro. Grazie, Signore!

La voce di un cultore della Parola
La formula classica dell'alleanza è: «Voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio!». La nostra felicità sta nello scoprire la forza di quell'aggettivo possessivo «vostro». Dio è nostro!
Padre Raniero Cantalamessa