Omelia (25-01-2003) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno I suoi uscirono per andare a prenderlo; poiché dicevano: «È fuori di sé». Come vivere questa Parola? L'evangelista Marco annota che la folla stringeva Gesù per le strade e dentro le abitazioni, a tal punto che lui e i suoi "non avevano più tempo per prendere cibo". Quelli che se ne preoccupano di più sono i suoi stessi parenti. Ecco, vorrebbero tirarlo fuori dalla mischia. Sembra perfino di vederli scuotere il capo angustiati, mentre dicono: «È fuori di sé» che è come dire: è impazzito. Il racconto, pur nella sua incisività, è tra l'umoristico e il drammatico. Però racchiude soprattutto una profonda verità: Gesù è davvero "folle", ma per amore. S. Paolo non a caso parla della "follia della croce" e l'autore della lettera agli Ebrei, nel brano odierno, dice che Cristo "con uno spirito eterno offrì se stesso senza macchia a Dio". Infatti Gesù "non entrò nel santuario col sangue di capri e di agnelli, ma con il proprio sangue". Sì, Gesù – fuori di sé, c'insegna a uscire dal nostro ego, correndo le strade di quella follia che, essendo dettata dall'amore, "è più sapiente – dice S.Paolo – della ragionevole sapienza degli uomini", intenti solo a cercare il proprio tornaconto. Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiedo al Signore quel po' di follia senza la quale il cammino spirituale è monotonia ripetitiva: senza sole né soffio d'amore. O Gesù, pazzo d'amore per me, fammi consapevole di quanto è importante che io sia "fuori del mio ego" cioè fuori dai calcoli e dalle paure, fuori dai giudizi negativi e dai sospetti, fuori da tutte le negatività per danzare la vita nella positività dell'offrirmi con te al Padre, servendo i miei fratelli e sorelle. La voce di un certosino È necessario lasciarci condurre da Gesù, lasciarlo lavorare in noi – tutte le ore del giorno, tutti i giorni dell'anno, tutti gli anni della vita -, lasciarci inebriare dalla follia della croce. Giovanni Battista Simoni |