Omelia (21-01-2007)
Suor Giuseppina Pisano o.p.


«Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi»; questa affermazione di Gesù nella sinagoga di Nazareth, è il cuore della liturgia della parola di questa domenica, che offre alla nostra riflessione tre passi della Scrittura che si illuminano, e si completano a vicenda.

La Parola di Dio, che ha attraversato i tempi, ed è giunta fino a noi, custodita dai Libri Sacri, è quella stessa, di cui Giovanni parla, nel suo Prologo, Parola che "era in principio e per mezzo della quale tutto è stato fatto.." ( Gv.1, 2-3); Parola che è "la vera luce che illumina ogni uomo", Parola, infine, che "si è fatta carne.." ( Gv.1,9-14) in Gesù di Nazareth, figlio di Maria, la vergine, Madre di Dio.

La liturgia eucaristica di questa terza domenica, propone tre brani diversi, collocati in tre diversi momenti della Storia della rivelazione, e che sono tenuti insieme, dalla centralità che la Parola di Dio ha nella vita dell'uomo, centralità che emerge chiaramente nel passo di Neemia, e si fa più solenne nel racconto di Luca, quando è lo stesso Figlio di Dio, a leggere, nella sinagoga di Nazareth, un passo del profeta Isaia; infine, con il breve testo, tratto dalla prima lettera ai Corinti, quella stessa Parola, che è Cristo, si offre alla nostra contemplazione, nel mistero della Chiesa, nella quale tutti noi, battezzati nell'unico Spirito, formiamo un unico corpo.

Il passo del libro di Neemia contiene delle preziose indicazioni, sul modo in cui avvicinarsi alla Scrittura, disporsi all'ascolto, alla comprensione e all' accoglienza profonda della Parola.
"In quei giorni, recita il testo, il sacerdote Esdra portò la legge davanti all'assemblea degli uomini, delle donne e di quanti erano capaci di intendere. Lesse il libro sulla piazza, davanti alla porta delle Acque, dallo spuntar della luce fino a mezzogiorno, in presenza degli uomini, delle donne e di quelli, che erano capaci di intendere; tutto il popolo porgeva l'orecchio a sentire il libro della legge..."

L'ascolto della Scrittura Sacra, è un atto solenne, che tutta l'assemblea compie, assieme al sacerdote, un ascolto, che si prolunga nel tempo e dura per quasi tutto il corso del giorno; è dunque di vitale importanza, accogliere e conoscere della legge di Dio, quella che deve animare e accompagnare ogni passo della vita.

C'è un altro testo della Scrittura, che ci illumina sul posto che la parola rivelata occupava nella vita del buon israelita, è un breve passo del Deuteronomio che così recita: "Ascolta Israele, il Signore è il nostro Dio,..tu amerai il Signore tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutte le tue forze. Questi precetti che oggi ti do, ti siano fissi nel cuore; li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in casa tua, quando camminerai per via, quando ti alzerai e quando ti coricherai...." ( Dt.6,4-7)

La parola di Dio, dunque, è come il fulcro attorno al quale costruire la propria esistenza, illuminata, dalla sapienza di Dio, e resa giusta dall' adempimento dei suoi precetti.
Ed è particolarmente importante, oggi, per noi, proprio agli inizi di questo nuovo ciclo liturgico, riscoprire questo passo di Neemia, dal quale cogliamo delle indicazioni preziose, per avvicinarci al testo Sacro, non come una qualunque lettura, ma come una lettura, che coinvolga mente e cuore, una lettura non occasionale, ma assidua e continua, come quella che, nella tradizione cristiana, è detta, con espressione tecnica: "lectio divina", espressione, che si può anche tradurre, con molta semplicità, quasi, uno stare alla scuola di Dio, prender lezione da Lui, dalla sua parola, che è vita.

La lettura della Scrittura, fatta da credenti, deve esser condotta in un clima di preghiera, e il testo di Neemia, lo dice chiaramente: "Esdra benedisse il Signore, Dio grande, e tutto il popolo rispose: «Amen, amen», alzando le mani; si inginocchiarono e si prostrarono con la faccia a terra, dinanzi al Signore". È una lettura non casuale, ma scelta e preparata con cura, e, successivamente approfondita, " con spiegazioni del senso", quello che, oggi, chiamiamo: approfondimento esegetico, che porta alla luce tutto lo splendore della verità, contenuta nelle parole sacre.

Una lettura, dunque, fatta oltre che con fede, con un amore che nasce dal più profondo sentire; è sempre il passo di Neemia a dirci che: "tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della legge"; è la commozione che prende l'anima, ricolma della luce di Dio, quella luce che muove alla conversione, cui fa seguito l'esperienza del perdono. In tal modo, dalla Parola, viene all'uomo quella gioia profonda, che nel testo è detta: "la gioia del Signore": la vera forza interiore dell'uomo credente.

Ed ecco nel brano del Vangelo di Luca, ci troviamo di fronte ad una scena analoga, con la lettura della Scrittura, fatta di sabato nella sinagoga, questa volta a Nazareth, dove Gesù era tornato, preceduto dalla sua fama di predicatore.

Il testo precisa che il Maestro: "Insegnava nelle sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi".
Gesù, dunque, tornò a Nazareth, la cittadina in cui era cresciuto; ed entrò, secondo il solito, di sabato, nella sinagoga, dove sarebbe risuonata la parola della Scrittura, cui avrebbe fatto seguito la spiegazione da parte del rabbi designato.

Quel sabato, fu Gesù ad alzarsi per la lettura, prese il rotolo del profeta Isaia, che gli era stato consegnato dall'inserviente, e proclamò questa parola del Signore:"Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in, libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore"

Dopo la lettura del passo, non ci fu alcun commento; solo il silenzio, e un'attesa colma di stupore, "gli occhi di tutti, nota l'Evangelista, nella sinagoga stavano fissi sopra di lui"; ma a quanti attendevano, di udire le sue parole, il Maestro disse, soltanto, una frase, la cui potenza è incalcolabile: " Oggi si è adempiuta questa Scrittura, che voi avete udita con i vostri orecchi."

Lui, Gesù di Nazareth, il figlio di Maria e del carpentiere Giuseppe, Lui è la parola stessa di Dio, che si è fatta carne, e ha posto la sua dimora tra noi, tra noi risuona e con noi, ancora, vive, come Luce e Salvezza per la vita eterna.

Attorno a questa Parola, che è Persona divina, per volontà dello stesso Signore, ha preso vita la comunità del nuovo popolo di Dio: la Chiesa, misterioso, ma reale corpo di Cristo, come Paolo, oggi ci ricorda: "Fratelli, come il corpo, pur essendo uno ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo. E, in realtà, noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito, per formare un solo corpo...". (1 Corinzi 12, 12 14. 27)

A questo Corpo, a noi che ne siamo le membra, è affidato il compito di far risuonare, incessantemente, nel mondo la parola di Dio, che è lo stesso Cristo Redentore, il quale oggi, come duemila anni fa, annunzia ai poveri il lieto messaggio della salvezza, dona ai prigionieri la liberazione, ai ciechi la vista, ridona la libertà agli oppressi, e ottiene a tutti la grazia e la misericordia del Padre.


Sr M. Giuseppina Pisano o.p.
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