Omelia (21-01-2007) |
don Mario Campisi |
Gesù, uomo dello Spirito Visto che il Vangelo di questa domenica proclama anche il "proemio" con cui Luca inizia la sua opera, è opportuno considerare il carattere storico della testimonianza di Gesù. La fede cristiana poggia su una storia realmente accaduta, e i documenti che la riferiscono sono degni di "fede storica". Luca sottolinea con insistenza la storicità dell'«evento-Cristo». E' un evento che trascende la storia, ma che non per questo cessa di essere "avvenimento". Il "credo" biblico-cristiano "confessa" dei fatti. Fatti "salvifici", in cui è avvenuta l'irruzione di Dio nel nostro tempo. Storia e teologia, insieme; mai l'una senza l'altra. Nessuna contrapposizione tra il "Gesù della storia" e il "Gesù della fede". Per Luca Gesù è il "Cristo", l'unto dallo Spirito, ma non è un mito. E' "dentro" il tempo e "centro" di ogni tempo, chiave di lettura di tutte le nostre speranze e vicende umane. Nel "prologo" di Luca è degna di essere notata anche l'insistenza sui "testimoni oculari" che nello stesso tempo sono definiti "ministri della parola". La storia offerta dal Vangelo è una lettura pasquale della realtà «Gesù». "Testimone" è allora colui che, da un lato, non riduce Gesù a un fantasma; e dall'altro sa vedere l'«evento-Gesù» oltre l'apparenza esteriore, con la forza dello Spirito e la luce delle Scritture. Così si diventa, da semplici testimoni di avvenimenti, «servitori della Parola». Tali sono (e devono essere) gli annunciatori consacrati (vescovi e presbiteri) come anche ogni cristiano battezzato e cresimato. L'«oggi» di cui parla Gesù nella sinagoga di Nazaret ha bisogno di verificarsi nella concretezza della storia umana: è questa la missione della Chiesa il cui compito consiste nel non lasciare scadere nel passato l'«avvenimento di Gesù», ma nel mantenerlo costantemente presente e vivo. Diversamente si correrebbe il rischio di portare la nostra attenzione sulla vita e la storia della Chiesa da rendere Gesù solo una dottrina della Chiesa stessa, solo la preistoria della comunità cristiana: contro tale visione andrà sempre richiamato che solo in Cristo ogni cosa è compiuta (Gv 19,30). La tradizione della Chiesa è totalmente al servizio dell'avvenimento cristiano: il suo rifarsi ai testimoni oculari e ai servitori della Parola dice bene come la fede della comunità non nasca attorno a fantasie o elucubrazioni mentali, ma attorno all'ascolto obbediente e alla ricerca accurata. L'«oggi» di Cristo genera l'«oggi» della Chiesa come la comunità che vive di lui e della sua azione. Ricevere e accogliere questa testimonianza evangelica è il servizio di una Chiesa che crede, che prega, che testimonia. |