Omelia (24-01-2001) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Quelli che ricevono il seme sulle pietre sono coloro che, quando ascoltano la Parola, subito l'accolgono con gioia, ma non hanno radici in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della Parola, subito si abbattono. Come vivere questa Parola? Gesù racconta la prima delle parabole del Regno. Protagonista principale: il seme. Poi vengono i vari tipi di terreno. Su quello sassoso ci soffermiamo oggi. Cogliamo anzitutto quanto sono efficaci le immagini. Il seme è la Parola. Forse non pensiamo abbastanza alla forza misteriosa e propulsiva che è tipica del seme. E' piccolo il seme. Eppure contiene la potenza della vita che germoglia, cresce, diventa a volte albero gigante. O, come in questa parabola, ricca spiga per il pane della gente. Altra immagine: questa del terreno sassoso che è metafora di un ascoltatore superficiale, incostante. Di fronte alle difficoltà dell'accogliere a fondo e con perseveranza la Parola, si scoraggia e deprime. Così la Parola non mette radici. Tutto resta in superficie e la vita non è più una vita spirituale, cioè secondo lo Spirito e nello Spirito, ma si conforma a tutto il non senso del materialismo pratico, com'è per molti. Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiederò allo Spirito di uscire dalla tentazione della superficialità e dell'incostanza, del disimpegno spirituale. Verbalizzerò: "Che la tua Parola, Signore, metta radici in me! E che io mi radichi nel tuo Amore, ogni giorno più a fondo!" La voce di un maestro spirituale contemporaneo In un mondo di disperati, di smarriti, in un universo che sembra spegnersi, solo la Parola dura in eterno, supera e salva ciò che muore. Card. Carlo Maria Martini |