Omelia (25-01-2001) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su At 22,7-8 Dalla Parola del giorno Caddi a terra e udii una voce che mi diceva: "Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?" Risposi: "Chi sei, o Signore?" Mi disse: "Io sono Gesù il Nazareno, che tu perseguiti". Come vivere questa Parola? Paolo era pieno di zelo per Dio e per il suo popolo, ma in un modo sbagliato. Voleva che gl'Israeliti suoi correligionari fossero ligi a una fede da cui non tollerava che, quanti erano seguaci di Cristo, si staccassero, e perseguitava i cristiani con accanita violenza. Quello che gli è rivelato con chiarezza quando, disarcionato da cavallo cade a terra sulla via di Damasco, è una verità di fuoco. Là dove si perseguita un seguace di Gesù, è Gesù stesso che viene perseguitato. Perché, come dirà poi S. Paolo nelle sue lettere, formiamo in Cristo un solo corpo. Ecco: la Chiesa è questa unità; la Chiesa è questa identità: Cristo Signore. E, siccome potenzialmente ogni uomo fa parte della "Chiesa-corpo del Signore", se fai del bene a un uomo fai del bene a Cristo; ma se lo maltratti, se lo ferisci, se lo rifiuti, è Cristo che tu maltratti, ferisci, rifiuti. Oggi, nel mio rientro al cuore, mi soffermerò a contemplare questa mirabile unità. Chiederò di approfondire la dignità di ogni uomo che in qualche modo, per fede, è il prolungarsi di Cristo accanto a me. Verbalizzerò: Che io ti riconosca, o Gesù, nel volto d'ogni uomo. Che io ti ami, ti onori, ti serva in tutti. La voce di un antico Padre Beato chi considera la salvezza e il progresso di tutti come sua propria, con gioia piena. Beato chi riguarda tutti gli uomini come Dio, dopo Dio. Evagrio Pontico |