Omelia (16-02-2007)
mons. Vincenzo Paglia


Pietro ha detto bene che Gesù è il Messia. Ma non ha compreso fino in fondo ciò che questo significa e soprattutto ciò che comporta, ossia la passione e la morte. Gesù, infatti, non si presenta come un Messia trionfatore secondo la mentalità corrente del tempo; al contrario, egli avrebbe dovuto soffrire molto. E lo dice. Non può tacere su questo punto che concerne la sua vita e riguarderà anche quella di ogni discepolo. E la storia lo dimostra. Basti pensare ai milioni di martiri che lungo il Novecento hanno dovuto subire torture, vessazioni e morte per amore di Gesù e della sua Chiesa. Chiunque vuole seguire Gesù deve rinunciare all'amore per se stesso e prendere su di sé la croce, quella che gli mettono addosso gli oppositori del Vangelo e quella che grava sulla vita dei deboli, dei poveri, dei condannati, dei torturati, degli esclusi. Chi perde la sua vita al servizio del Vangelo e dei poveri - dice Gesù – salva la sua anima, ossia raggiunge ciò che più conta nella vita.