Omelia (08-02-2001)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
L'uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche, ma l'uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile. (...) Il Signore Dio plasmò con la costola che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo.

Come vivere questa Parola?
Ancora il testo sacro narra con stile metaforico la creazione della donna (una costola tolta da Adamo) e dice che sarà "vero aiuto" all'uomo. E' un modo immaginoso per affermare la profonda unità dell'essere uomo e donna e quella reciprocità che li porta ad essere complementari l'uno dell'altra.
E' interessante anche la collocazione. Questo è detto infatti dopo che il testo sacro ha parlato degli animali: del "nome" che l'uomo, da parte di Dio, è chiamato a dare a ciascuna specie, esprimendo così la signoria da esercitare su di essi. L'animale può essere dunque utile all'uomo, ma non è suo "aiuto".
Nel concetto di utilità è incluso anche quello d'inferiorità; in quello di aiuto no! L'uomo è così chiamato a riconoscere che la donna (moglie, madre, sorella, collaboratrice) è sempre l'aiuto di cui ha bisogno. E aver bisogno non è segno di superiorità, anzi! La donna poi è chiamata a riconoscere che è fatta per aiutare l'uomo. Si pensi che la cultura greca con Platone, credendo alla metempsicosi, sostanzialmente si esprime così: ogni anima deve vivere bene nel proprio corpo maschile per poter tornare in cielo. Se però vive male rinascerà con un corpo femminile. Se persevera nel male sarà degradata fino a rinascere animale. Quanto disprezzo per la donna in questa concezione della cultura classica!

Nel mio momento contemplativo oggi sosterò con respiro di ammirazione sul progetto divino di reciprocità uomo-donna ma vedendolo ulteriormente risplendere nell'ottica di Gesù. In Lui non c'è più né uomo né donna; esiste solo la "nuova creatura". Pregherò:

Signore, rendimi "nuovo" nel tuo amore. Abilitami dunque a vedere l'altro complementare a me nelle sue diversità. Liberami da stolte rivalità, fammi camminare nell'amore che è sempre un uscire da me per farmi dono.

La voce di un pastore e maestro spirituale
L'amore appassionato e fedele che unisce l'uomo e la donna e fa dei due una sola carne (cf.Gn.2,24), è riverbero dell'amore sponsale che ha spinto Dio a unirsi con l'uomo per essere con lui, in Gesù, una sola carne.
Carlo Maria Martini