Omelia (10-02-2001) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno "Hai forse mangiato dell'albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?" Rispose l'uomo: "La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato". (...) Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato" Come vivere questa Parola? Qui è chiaramente espressa la dinamica che si innesca in chi, col peccato, rompe l'amicizia con Dio. La prima conseguenza è la deresponsabilizzazione: quello di scagionarsi accusando gli altri. Sì, a ben pensare nasce in tutti noi a livello d'istinto questa reazione perversa: la colpa è sempre degli altri! Ecco perché un vero cammino spirituale è possibile solo a chi, in seno alla coppia o alla comunità, ha il coraggio di uscire da questa "illusione ottica da peccato originale". Restarci vuol dire permanere nell'infantilismo, coltivare un amore egoico di sé (della propria parte inautentica ) avvallare tutto ciò che divide e crea, a catena, sospetti litigi contrasti disarmonia, non solo in seno alla coppia e alla comunità, ma anche all'interno di noi stessi e con lo stesso creato. Oggi, nella pausa contemplativa, vedrò bene, dentro la mia situazione concreta, quando, come e perché sono tentato di accusare gli altri scusando me stesso, fino a sentirmi vittima, a volte. E, concedendomi a una "riposante" lettura del Vangelo odierno sulla moltiplicazione dei pani lascerò risuonare dentro di me il tenerissimo dire di Gesù: "Sento compassione di questa folla" stremata nelle forze. Dirò dunque al Signore: Nutrimi di Te, Pane della Vita, perché abbia il vigore necessario per uscire dalle mie strettoie d'egoismo. La voce di un antico Padre Perché scagioni te stesso, giudicando gli altri che pensi peggiori di te? Tutti hanno il loro giudice! Ma tu indaga attentamente su tutti i tuoi peccati e in molte occasioni ti scoprirai peggiore di loro. Abba Macario |