Omelia (06-02-2007)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Dio disse: «Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra [...]. E Dio vide che era cosa buona. Dio li benedisse [...]. Dio fece le bestie selvatiche secondo la loro specie e il bestiame secondo la propria specie e tutti i rettili del suolo.

Come vivere questa Parola?
Per mezzo del Verbo, Sapienza infinita del Padre, tutto è stato fatto. Anche quella grossa "fetta" del creato che è il mondo animale. Fermo restando che il cuore della pericope odierna è la solenne decisione del Dio Uno e Trino che dice: "Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza", ci soffermiamo qui sull'altro aspetto. Tutto, veramente tutto, come dice l'autore della lettera agli Ebrei "è nelle mani di Colui che regge l'intero universo con la potenza della sua Parola" (Eb 1,3). Tutto è dunque degno di stima, bello e importante. Se vogliamo coltivare in noi quello sguardo contemplativo che ci rende più uomini e donne, più liberi e sereni, capaci di vincere la dissennata "corsa" che è il vivere di questa società, bisogna che entriamo nella giusta relazione anche con gli animali. C'è chi letteralmente li ignora o li disdegna e maltrat-ta, o addirittura ha paura (di un cane, per esempio!). E c'è chi li schiavizza per il proprio egoistico piacere o tornaconto e ne diventa schiavo. Perché sempre quando si attacca il cuore con quella mania del "possedere" (che non è del vero uomo, tanto meno del cristiano) ci si rende prigionieri di ciò che si crede di amare. Anche l'animale, invece, creato anzitutto per la gloria di Dio, mi è stato dato dalla sua liberalità perché io possa vivere lieto, in armonia con tutto. Cogliere dunque la bellezza e perfino il lato umoristico di certi aspetti del mondo animale (si pensi alle significazioni di certo scodinzolare, al collo lungo delle giraffe, alle fusa del gatto ecc) è tutt'altro che alieno dalla mia identità di uomo e cristiano.

Oggi, di proposito, mi soffermerò a contemplare un animale: un cane, un gatto, una tela di ragno, un volo di uccello e, rilassato, benedirò il Signore che li ha creati, prestando così cuore e voce all'animale stesso, perché glorifichi il Creatore.

Dammi, Signore, un cuore grande e libero che tutto abbracci con gioia e gratitudine, e che a tutto dia voce di lode alla tua immensa gloria.

La voce dei primi secoli della Chiesa
In seguito all'ordine del Creatore, la terra produsse animali, rettili, fiere, bestiame d'ogni genere perché ser-vissero opportunamente all'uomo: alcuni per il cibo, come i cervi, le pecore, le gazzelle e simili; altri per il lavoro, come i cammelli, i buoi, i cavalli, gli asini e così via; altri, infine, unicamente per diletto, come le scimmie e, fra gli uccelli, le gazze e i pappagalli.
Giovanni Damasceno