Omelia (13-02-2001) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Quelli dicevano tra loro: «Non abbiamo pane». Ma Gesù, accortosi di questo, disse loro: «Perché discutete che non avete pane? Non intendete e non capite ancora? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite?». Come vivere questa Parola? Sulla barca, durante la traversata del lago, i discepoli di Gesù si rendono conto di non aver preso con loro il pane. Gesù dapprima prende occasione per metterli in guardia da quel cattivo lievito che è il subdolo argomentare sia dei farisei che di Erode. Ma vedendoli poi tutti chiusi nella preoccupazione materiale del non aver pane, dà una virata di bordo a quel momento che rischia di venir risucchiato in acque di affanno e paura. Quello che Gesù vuole è che i suoi si aprano su più ampi orizzonti, in piena fiducia. E' forse mancato il pane quando Egli l'ha moltiplicato là, nell'erba verde? E perché se ne sono già dimenticati? L'opacità dello sguardo interiore, la sordità dell'anima e soprattutto quell'indurimento del cuore che chiude la persona dentro le preoccupazioni e gli affanni della vita: questo è male. Senza un continuo respiro di speranza, senza fiducia, e senza memoria di Dio e dei suoi grandi, continui benefici la vita infatti diventa pesante, e perde mordente e significato. Per questo Gesù rimprovera i discepoli. Ma non interpella forse anche me battezzato, che non vivo la grande vocazione del mio essere cristiano? Oggi, nella mia pausa contemplativa, passerò del tempo a... "sgelare" il cuore, a vincerne l'indurimento nella memoria viva dei benefici che Dio ha operato nella mia vita. Apri il mio cuore, Signore, e capirò il tuo continuo operare salvezza nei particolari delle mie giornate. La voce di un dottore della Chiesa La durezza del cuore è un sonno cattivo. S. Agostino |