Omelia (13-02-2007) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Dopo sette giorni le acque del diluvio furono sopra la terra. Come vivere questa Parola? L'episodio che ci presenta la liturgia di oggi si apre con una constatazione parallela a quella di Gen 1,31, là dove lo sguardo di Dio si posa compiaciuto sulla creazione: "E Dio vide tutto ciò che aveva fatto, ed ecco, era molto buono". L'ingresso del peccato non ha fatto attendere molto a produrre i suoi tristi effetti. La violenza dilaga attirando la "male-dizione" di Dio, cioè Dio non può che prendere atto del male (=dire il male) imperante: "E Dio vide la terra, ed ecco, era corrotta" (Gen 6,5). All'armonia iniziale si è andato sostituendo il disordine: è il ritorno al caos primordiale, reintrodotto dall'uomo. Il diluvio ne è la concretizzazione. Ogni vita viene cancellata, ma non dalle simboliche acque del diluvio, bensì dal progressivo allontanarsi dell'uomo dalla volontà salvifica di Dio. Creato per la vita: "Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra" (Gen 1,28), l'uomo si è abbandonato alla violenza, seminando morte e distruzione. Con il suo peccato ha posto in atto una contro-creazione, ha avviato un processo di morte, riconsegnandosi al "caos". Ecco cos'è il diluvio? Una realtà che non possiamo relegare nel passato. Oggi sono i giorni "di Noè". Li riconosciamo dagli echi di morte che ci giungono attraverso i mezzi di comunicazione sociale. La corruzione è entrata nelle nostre stesse case: madri, non più capaci di generare vita, ma spinte a sopprimere quella nascente e a soffocare quella già nata... Ovunque violenza e morte. La stessa natura ne presenta inequivocabili i segni. È il diluvio già in atto. Ma come ai tempi di Noè si continua a irridere chi richiama al progetto di Dio, chi ha il coraggio di impegnarsi ancora per ricacciare indietro le acque minacciose del caos. E io, tu cosa facciamo? Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi soffermerò a cogliere, oltre ai segni di morte presenti nell'oggi, il richiamo di Dio che mi invita a collaborare perché le acque del caos siano arginate e fiorisca una nuova creazione. Che cosa posso e quindi devo fare? Quante volte, Signore, leggo la tua Parola come qualcosa che non ci riguarda più o al massimo che tocca gli altri: i "peccatori". E non prendo atto del "caos" di cui io sono causa con le piccole "violenze" di ogni giorno. Sì, mio Dio, sono troppo facile a passare sopra a certi miei atti di prepotenza, al mio voler imporre a ogni costo la mia volontà, il mio pensiero... Perdonami e aiutami a farmi promotore di vita. La voce di un fondatore La violenza ha perduto il mondo, ma la carità lo salverà. S. Luigi Orione |