Omelia (25-02-2007) |
don Remigio Menegatti |
Resta con noi, Signore, nell'ora della prova (287) Per comprendere la Parola di Dio alcune sottolineature La prima lettura (Dt 26, 4-10) riporta quella che possiamo chiamare la "professione di fede" del popolo ebreo. Il fondamento della fede è la storia concreta, che diventa così "storia sacra", e in particolare la grande avventura dell'esodo. Nei fatti straordinari accaduti per il popolo, l'Ebreo legge la presenza e la bontà di Dio. Il Signore non si incontra con la proposta e spiegazione di formule complicate, frutto di grandi ragionamenti, bensì ascoltando il racconto degli avvenimenti in cui ha manifestato il suo amore per un piccolo gruppo di schiavi, discendenti di Abramo. Un piccolo gruppo divenuto seme da cui spunta e matura il popolo eletto. Il vangelo (Lc 4, 1-13) presenta in sintesi la vittoria di Gesù sulle tentazioni. È ancora la fede nel Signore, il Dio fedele e attento al suo consacrato, che rende l'uomo – Gesù di Nazaret come chiunque altro – capace di rispondere con amore e fiducia al dono gratuito dell'Altissimo, senza lasciarsi allontanare dalla strada della salvezza, come è nel proposito del Tentatore. La Parola di Dio diventa la roccia su cui costruire la propria adesione all'Eterno, che si prende cura di quanti confidano in lui. Salmo 90 Tu che abiti al riparo dell'Altissimo e dimori all'ombra dell'Onnipotente, dì al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza, mio Dio, in cui confido». Non ti potrà colpire la sventura, nessun colpo cadrà sulla tua tenda. Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi. Sulle loro mani ti porteranno perché non inciampi nella pietra il tuo piede. Camminerai su aspidi e vipere, schiaccerai leoni e draghi. Lo salverò, perché a me si è affidato; lo esalterò, perché ha conosciuto il mio nome. Mi invocherà e gli darò risposta; presso di lui sarò nella sventura, lo salverò e lo renderò glorioso. Il salmo, nel suo veloce riferimento ai serpenti, richiama le "tentazioni" sperimentate dal popolo lungo la strada dell'Esodo, quando rischiava di allontanarsi da Dio per tornare agli idoli degli Egiziani. Da queste tentazioni lo ha liberato il Signore mandando i suoi messaggeri, gli angeli, inviati a proteggere quanti stavano imparando a conoscere il loro liberatore potente. L'esodo è divenuto così metro di misura di ogni gesto di liberazione, e forza per invocare il Signore e dirgli con confidenza "mio rifugio e mia fortezza". Il traguardo dell'Esodo è poter riconoscere il "Dio in cui confido". Infatti il Signore è colui che realizza progetti di bene a favore di chi si affida a lui. Dio sembra rispondere: "lo salverò, perché a me si è affidato", "presso di lui sarò nella sventura". Da questa esperienza di liberazione sgorga la fede che si manifesta e comunica non tanto nell'insegnare aride formule, bensì nel narrare le potenti opere di Dio, l'Altissimo. Al suo riparo si abita, perché è il liberatore, che si dimostra fedele a quanti lo invocano con cuore sincero. Un commento per ragazzi Se arriva da un numero telefonico conosciuto – e per di più di una persona a cui siamo legati – anche un semplice "squillo" ci fa piacere: qualcuno che amiamo pensa a noi, oppure ci comunica una notizia per cui non servono tante parole. Invece un lungo messaggio generico può lasciarci del tutto indifferenti, come avviene quando leggiamo il giornale o ascoltiamo la radio. Infine, diventa motivo di preoccupazione, oltre che di disturbo, riceve messaggi anonimi da sconosciuti. Ciò che fa la differenza è il legame tra le persone, non tanto la quantità di parole o di immagini che si ricevono. Ci sono biblioteche fornitissime di libri che nessuno legge, e messaggi brevissimi che fanno la gioia di chi li riceve, danno sicurezza, incoraggiano... Gesù risponde alle proposte del tentatore – presentate con parole suadenti e invitanti – con altre parole: quelle prese dalla Bibbia. "Sta scritto" ripete ogni volta per chiudere la bocca al diavolo che lo vuole indurre a prendere le distanze dalle parole di Dio che – almeno ai suoi occhi non limpidi – sembrano meno interessanti. Perché tutta questa sicurezza? Perché quelle parole, poche in definitiva, hanno una forza così potente da allontanare anche il demonio? Soprattutto perché sono parole che vengono da Dio, ma anche perché esprimono un legame profondo tra Gesù e il Padre. Gesù fa esperienza della presenza e della forza di Dio, come il popolo che nel cammino dell'Esodo ha imparato non una teoria sul Signore, bensì ha vissuto un'avventura che lo ha segnato profondamente e per sempre. Sappiamo che il popolo non è sempre stato all'altezza della sua professione di fede; spesso ha incontrato tentazioni che non è riuscito a superare nonostante la Parola di Dio. Perché? Forse perché – nessuno è immune da questo rischio – quando ci si allontana dalla Parola viva si conserva solo il ricordo di tante parole, magari anche imparate a memoria, ma poco incisive nella vita; un ricordo che non più "lampada ai miei passi" e luce sulla nostra strada. Allora il messaggio di Dio appare generico, poco concreto, e sembra giungere da lontano, come inviato da uno sconosciuto o di cui non è né facile, né importante fidarsi. In questo modo la Parola non è più avvertita come un tesoro prezioso, bensì come un peso che rallenta il cammino. Non come l'indicazione di un amico che vuole la nostra gioia, quanto invece come il comando di chi vuole gli uomini sottomessi a lui perché geloso della libertà che aveva concesso. Non un Padre buono, ma un despota pronto a mettere limiti e intralci sulla strada degli uomini. La quaresima può diventare proprio una grande opportunità per riscoprire questa Parola che è fatta di tante testimonianze. Si tratta della storia di schiere di persone che hanno incontrato Dio e si sono fidate di lui, senza dare ascolto al suo nemico: il diavolo. La prima opera quaresimale – non è un discorso nuovo – non consiste tanto nel rinunciare alla carne al venerdì – cosa del resto utile e buona ma non essenziale – quanto invece nell'ascoltare la Parola di Dio. Opportunità ce le offre la celebrazione domenicale, l'incontro di formazione, la preghiera in famiglia.... E se a casa nostra non siamo abituati a fermarci e pregare...è possibile cominciare con questa quaresima. Saremo in buona compagnia perché tanta altra gente vive lo stesso impegno. E poi, il primo modello di ascolto della Parola non è proprio lo stesso Gesù?! Certamente non ci dispiace essere in sua compagnia! Un suggerimento per la preghiera "Signore nostro Dio" anche noi desideriamo chiedere a te un grande dono: "ascolta la voce della Chiesa che t'invoca nel deserto del mondo: stendi su di noi la tua mano, perché nutriti con il pane della tua parola e fortificati dal tuo Spirito, vinciamo con il digiuno e la preghiera le continue seduzioni del maligno" e così ci avviamo in questo cammino che ci porta a rivivere con fede la Pasqua del tuo Figlio, il Signore Gesù, vincitore del peccato e della morte, il nostro liberatore potente. |