Omelia (18-02-2007)
Monastero Janua Coeli
Amate, benedite...

Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio. Se si legge questa parola in un certo modo, vien fuori una sorta di cantilena che rammenta il gioco di due persone che stanno sedute su una tavola e vanno una su e una giù. Perché tanta fatica per ascoltare e imparare? Quando ci troviamo di fronte a una persona, basta pensare prima di accostarla: NON GIUDICARE, ascolta!!!!!!!!!
E poi si risolve tutto su una constatazione, sollevandosi dai singoli consigli o comandi che si voglia al criterio che ci viene proposto: Gesù ci chiede il primo passo, sempre. E in questo sta il ritorno "beato" di ciò che siamo e operiamo. Pensiamoci........


Amate, benedite...

MEDITAZIONE

Domande
Non giudicate. Sembra quasi volare nell'aria il nostro spontaneo commento: una parola! Come si fa a non giudicare? Ce l'abbiamo apposta l'intelligenza. È questa presunzione che ci fa cadere in tranelli incredibilmente mortali che ci incatenano senza fine. Al nostro pensiero è sufficiente valutare le circostanze singole e non uscire mai dal contesto di ciò che è nostra responsabilità. Perché a tutti i costi vogliamo metterci al posto di Dio quando non riusciamo neppure a valutare le nostre autentiche intenzioni?

Chiave di lettura
Gesù ha davanti i suoi discepoli. La premessa che fa prima di parlare è significativa: A voi che ascoltate, io dico... Chi non è capace di ascolto, vale a dire chi non ha il cuore disposto a imparare, può fermarsi qui e andare. Quando avrà fatto esperienza di apertura di cuore allora potrà tornare perché Gesù ha qualcosa da dirgli. Se tu sei ancora qui, probabilmente hai delle fessure frequentabili di ascolto. Ecco allora il pane per te: Senti delle ostilità da parte di qualcuno al punto che lo percepisci come un nemico? Amalo. E se questa ostilità la senti dentro di te per cui vivi un'angoscia senza fine, un tormento indicibile che non ti fa gustare nulla? Ama te stesso. Fa' sempre del bene, in particolar modo a chi non te ne vuole, perché se tu fai come lui, di quale amore vorresti convincerlo? Usi la stessa moneta quindi appartiene allo medesimo suo "status". Parla bene di chi parla male di te, prega per chi ti tratta male. Non puoi fare nulla? Prega per quella persona perché ciò che oggi è impossibile avvenga. Gesù parla di schiaffi sulle guance come di cosa abituale. Egli sa che ci piace in fondo litigare tra noi, rivendicare ciò che è nostro, avere sempre l'ultima parola.. perché questo ci fa sentire qualcuno. La sua logica è tutt'altra. Sfida chi ti dà uno schiaffo, ma non alzando la mano anche tu... arrenditi, fagli vedere che non è uno schiaffo che ti umilia, che lo ami veramente tanto che quello schiaffo è per te una carezza. E ne cerchi altre, infatti porgi l'altra guancia. E se dovesse levarti ciò di cui hai bisogno, non stare a questionare, anzi dagli di più, resta spoglio se necessario, fagli vedere come si ama!!!!! La legge fondamentale per l'amore all'altro è l'amore a sé. Vuoi che gli altri siano con te in un certo modo? Inizia ad essere tu in quel modo. Questo però è il minimo per i figli dell'Altissimo. Devi portare al mondo un volto innamorato, perché il mondo non sa più che farsene di un amore che si svende, di un amore che si estingue, di un amore che promette ma solo a breve termine e con mille condizioni... chi è convinto che amare è un bene, lo fa sia se è ricambiato sia se non lo è...


PREGHIERA
Grandi le opere del Signore, le contemplino coloro che le amano. Le sue opere sono splendore di bellezza, la sua giustizia dura per sempre. Ha lasciato un ricordo dei suoi prodigi: pietà e tenerezza è il Signore (salmo 110).

CONTEMPLAZIONE

Se la misura del giudizio su di me è la misura che io uso per l'altro, Signore, e quando mi salvo? Fosse per me io sono sempre innocente in fondo, non faccio del male con intenzione malvagia, potrò al massimo incorrere in qualche fragilità e impazienza... Aiutami tu a capire che è meglio che lascio perdere di guardare chi mi vive intorno come se fossi un avvocato in cerca di indizi perché i capi di accusa siano i più efficaci e plausibili... Sostieni nel volgere lo sguardo a ciò che di straordinario ogni giorno mi dona e distoglierlo dalle piccole disavventure caratteriali e nervosismi ricorrenti. Ricordami, mio Dio, che la tua legge è luce degli occhi e gioia del cuore... Finché la gioia non trasparirà dal mio parlare, dal mio tacere, dal mio camminare, dal mio attendere... ho bisogno di allenarmi ad ascoltarti!

Il Vangelo in mano ai piccoli
Gesù ti dice di amare chi ti odia. Pensi di farcela? Perché ci chiede una cosa così difficile? Come si può amare una persona che sai ti vuole del male? Se pensi che l'altro ti odia perché si crede superiore a te, questo certo ti dà fastidio. Se pensi che l'altro ti voglia male perché è invidioso di te, questo non aiuta davvero la relazione. Ma se tu ci pensi bene le parole di Gesù contengono un segreto. Cosa ti fa andare incontro a una persona che non ti vuole bene? Una cosa sola. Se tu non ti aspettavi niente da lei. E se pensi che nessuno ti può togliere ciò che sei perché non ne ha il potere. L'altro ti dice che sei stupido? Perché te la prendi? Se non sei stupido, cosa ti toglie? Nulla. Tu resti quello che sei. Ti tratta da stupido? E lascialo fare... che fa? Pensa un po' a cosa spinge l'altro a ostacolarti. Se si sentisse alla pari, non sprecherebbe tante energie per darti schiaffi, toglierti il mantello...Lo fa proprio perché si sente da meno. Chi sta più male allora è proprio lui. E ha bisogno del tuo perdono per non farsi più del male. Eh sì, il male lo fa non a te ma a sé perché sciupa la sua dignità e le possibilità di bene, il suo cuore si stringe e si indurisce. Un trucco per sciogliere le durezze è proprio quello di Gesù. Amare. Tu prova a prendere un cibo dal congelatore. Per mangiarlo devi scaldarlo, non serve il martello!