Omelia (20-02-2007) |
Monaci Benedettini Silvestrini |
Chi accoglie me accoglie il Padre che mi ha mandato Il Siracide ci insegna oggi che la crisi o la prova (tentazione) è inevitabile quando si desidera servire il Signore; ma la fiducia in Dio facilita il cammino e la perseveranza. "Chi confida nel Signore è stabile per sempre". La stabilità nella preghiera fortifica la maturità spirituale; più la vita spirituale si accresce, più si desidera conoscere il Signore; tale è anche l'esempio di quanti, nel corso dei secoli, hanno desiderato unire in sé il ruolo di Marta e quello di Maria. Quando si vuole pregare, arriva la distrazione, cioè la tentazione, la crisi, il disgusto, la noia; ma chi persevera è amato da Dio e inabitato dallo Spirito Santo. Marco invece insegna che sulla via della croce non è logico pensare a qualche forma di superiorità sugli altri. Nel regno dei cieli non ci saranno privilegi di ruoli e di poteri; bisogna essere puro di cuore, sull'esempio di Gesù che risultava insignificante, come il bambino proposto a chi vive il rispetto degli altri in senso evangelico: ogni uomo deve essere accolto in modo disinteressato e leale, come lo vuole la prassi onesta di accoglienza di un bambino da parte degli adulti. Accogliere un bambino in questo modo significa accogliere "colui che mi ha mandato". |