Omelia (27-02-2007)
Monaci Benedettini Silvestrini
Ogni mia parola non ritorna a me senza aver operato ciò che desidero

Per Isaia, l'efficacia della Parola di Dio significa vita e concretezza: "La Parola uscita dalla mia bocca non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata". La Parola è simile alla pioggia e alla neve che irrigano e fecondano la terra; pertanto la speranza rimane sempre viva, perché Gesù è la Parola incarnata capace di far fruttificare la nostra vita, aiutandoci poi a tornare al Padre: tema tipicamente quaresimale. "Mediante la fatica dell'obbedienza, tu potrai ritornare a Colui dal quale ti eri allontanato mediante la pigrizia della disobbedienza" (Benedetto, Regola, prologo). Matteo, invece, trasmette una delle due versioni dell'orazione "Padre nostro". Pregare lentamente questo testo aiuta. Insistendo specialmente sulla prima parte, aiuta a capire che Dio è Padre sempre presente e attento alle nostre necessità. Le domande sono sette, distinte in due gruppi che ricordano le due Tavole della Legge consegnata a Mosè, condottiero dell'antico Popolo eletto; Gesù è l'iniziatore di una nuova comunità: la Chiesa, "Popolo in cammino". Tutto è centrato sul riconoscimento della signoria di Dio e sull'accettazione della sua volontà. In particolare si prega affinché le prove della vita (tentazioni) non affievoliscano la nostra fede, e si chiede di essere liberati dal Maligno. Inoltre il perdono reciproco significa attuare il progetto di Dio che è misericordia e salvezza. "Chi spera nel Signore non resta confuso".