Omelia (02-02-2003)
LaParrocchia.it
Ora lascia che il tuo servo vada in pace

Fratelli nella fede,
L'odierna festività esprime ancora il senso dell'incarnazione, dell'abbassamento, di soggezione alla legge ed è rivelazione della solidarietà salvifica di Dio con e per l'uomo. È un momento di epifania, in cui brilla una luce di salvezza. Dio mette nelle nostre mani il suo Figlio Unigenito.

La liturgia della presentazione di Gesù ancora una volta ci fa capire a noi credenti, che è lui a cercarci per primo, ad amarci prima che noi lo amiamo, ad invitarci prima che noi lo preghiamo. A quaranta giorni dal Natale celebriamo gli episodi dell'infanzia di Gesù, ma già si profila l'offerta sacrificale della sua Pasqua. Il rito della purificazione, prescritto dalla legge antica per le madri, quaranta giorni dopo la nascita del bambino, è presente anche oggi in varie culture. Oggi il vangelo ci presenta, il momento in cui Maria e Giuseppe portarono il Bambino Gesù al tempio secondo la legge. Con quel rito il Signore si assoggettava alle prescrizioni della legge antica, ma in realtà veniva incontro al suo popolo, che attendeva nella fede. Guidati dallo Spirito Santo, vennero nel tempio i santi vegliardi Simeone e Anna. Il punto principale di questa presentazione non è purificazione di Maria ma il fatto che i santi Simeone ed Anna, condotti dallo Spirito, riconoscono in Gesù bambino, il Messia. L'iniziativa dell'incontro sembra essere stata di questi due personaggi, ma in realtà fu Cristo che andò incontro ad essi. Fu lui, nonostante l'apparenza contraria, che sostenne il compito più attivo. In realtà, da sempre, ancora prima che noi fossimo, "nel suo Amore" (Fil 1,1ss) Dio ha pensato a noi e come tutte le persone che amano ha voluto raggiungerci. Amante dell'uomo e del mondo nel quale egli vive, ha mandato il proprio Figlio a dichiararci il suo amore e a farci dono della sua vita perché di essa potessimo vivere.

Dio per compiere il suo disegno di salvezza non esita a "svuotare" se stesso; si serve di mezzi poveri, di persone e cose che non contano agli occhi del mondo. È venuto, ci ha parlato, ci ha salvati dal non-amore (il peccato). Il dramma dell'umanità consiste certamente, anzitutto nel fatto che molti uomini non credono, o non credono più, in Dio, nel fatto che non lo hanno incontrato ("c'è Qualcuno fra voi che voi non conoscete"), diceva Giovanni. Non potendo vedere, toccare, sentire Dio, pensiamo che sia fuori della nostra portata, inaccessibile. Mentre Simeone ed Anna sono capaci di riconoscere in questo fragile Bambino il volto del Padre.

Per vedere la luce, accoglierla e condividerla, è necessario essere poveri, come Simeone, come Anna, come Maria e Giuseppe. Se ci lasciamo purificare, svuotare, rendere poveri dallo Spirito, allora avremo occhi sufficienti per vedere la Luce vera: in realtà essa viene verso di noi, si fa uno di noi. Il Signore Gesù, luce del mondo, illumini i nostri pensieri, purifichi i nostri desideri e guidi le nostre azioni.