Omelia (11-03-2007) |
don Marco Pratesi |
Io-Sono L'apparizione di Dio a Mosè nel roveto ardente sull'Oreb è un momento chiave nella storia della salvezza. Segna il passaggio dalla fase dei patriarchi a quella di Israele come popolo: il movimento che questa teofania genera porterà alla liberazione dall'Egitto e all'ingresso nella terra promessa (che leggeremo domenica prossima). In questo episodio Dio rivela al tempo stesso la sua attenzione vigile per il popolo (ho visto, ho udito, conosco), la volontà di salvarlo (sono sceso per liberarlo), e il suo Nome. Le tre cose sono alla fine una sola. "Io-sono", questo il Nome che Dio rivela a Mosè, è un nome enigmatico e probabilmente dal significato polivalente. Tuttavia è certamente da leggere nel contesto della teofania, e prende senso alla sua luce. Si potrebbe dire: Io-ci-sono, Io-sono-con-te/voi, Io-sono-per-te/voi. Dio si "definisce", o meglio si fa conoscere, in ciò che fa per Israele; in questo caso: la sua liberazione dalla schiavitù d'Egitto. Per capire chi è Dio, guardiamo cosa ha fatto e cosa fa: Dio si rivela nella storia; e si rivela appunto come colui che è attento e si prende cura, che libera e salva dall'oppressione di ogni tipo. Dunque, quando gli Israeliti chiederanno: "chi è questo Dio?", Mosè risponderà: "Lo vedrete da quello che egli compirà tra voi". L'espressione ricorre nei fatti dell'Esodo: "saprete che io sono il Signore" (cf. Es 6,7; 10,2; 16,6.12). In tal modo tutta la storia dell'Esodo, e più oltre, tutta la storia di Israele, diventa spiegazione del Nome rivelato nel roveto ardente. Possiamo aggiungere: tutta la storia umana nel suo complesso, e la storia della Chiesa, è esegesi del Nome di Dio; e anche la nostra storia personale. Dio non deve - e non può - essere rinchiuso in definizioni statiche: egli si rivela continuamente e nuovamente a chi sa guardare le sue opere. Soltanto nella Gerusalemme celeste, oltre i deserti della storia umana, la rivelazione del Nome sarà piena. Nella dimora di Dio con gli uomini, essi "porteranno il suo Nome sulla fronte" (Ap 22,4); perché solo allora si è conosciuto Dio, quando si è fatta l'esperienza della sua salvezza. I commenti di don Marco sono pubblicati dal Centro Editoriale Dehoniano - EDB nel libro Stabile come il cielo. |