Omelia (15-08-2000)
Totustuus
Omelia per il 15 agosto 2000 - Assunzione della Vergine Maria

NESSO TRA LE LETTURE

"Ha fatto grandi cose in me l'Onnipotente". Con queste parole del Magnificat Maria sintetizza lo spirito dei testi liturgici. Dio ha scelto Maria per realizzare i suoi disegni di salvezza. "Non hai gradito olocausti e sacrifici... ecco, io vengo per fare la tua volontà" (seconda lettura). Dio ha concesso a Maria il privilegio di essere sua madre: "Concepirai e darai alla luce un figlio... Egli sarà Figlio dell'Altissimo" (vangelo). Dio ha glorificato Maria come nessun'altra creatura: "Un gran segno apparve nel cielo: una Donna, vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi, e una corona di dodici stelle sul suo capo" (prima lettura). La liturgia dell'Assunzione di Maria canta le grandezze che Dio ha fatto nella sua umile serva.

Messaggio Dottrinale

LA GRANDEZZA NELLA PICCOLEZZA. Innanzitutto si deve dire che lo spirito con cui Maria vive la sua piccolezza è di una magnanimità straordinaria. L'umiltà, la semplicità, la povertà, il sentimento di indigenza, la mancanza di potere, l'atteggiamento di abbandono e di fiducia non incidono nell'anima di Maria per ridurla ad un'ipocrita meschinità o a un sentimento di inferiorità. Maria è grande nella sua piccolezza. È grande quando si riconosce umile serva del Signore e gioca tutta la sua vita alla carta del servizio. È grande quando canta piena di gioia che "Dio ha esaltato gli umili, e ha rimandato a mani vuote i ricchi", manifestando una esperienza personale e una specie di legge nell'agire di Dio con gli uomini. È grande quando, sapendosi piccola e bisognosa, ricorre con frequenza alla preghiera perché Dio le riveli i misteri di suo Figlio, i misteri del Regno. È grande quando a Cana di Galilea, cosciente della sua mancanza di potere, dice a suo Figlio: "Non hanno vino", e poi ai servitori: "Fate ciò che vi dirà". È grande quando dal cielo, vestita di sole e coronata di stelle, continua a prodigarsi e a servire i suoi figli che camminano per la valle della vita verso l'eternità. Ci sono anime che di fronte all'indigenza, alla piccolezza, all'impotenza si rimpiccoliscono, si impauriscono, si riducono come uva secca, si sminuiscono psicologicamente e nel loro agire con gli altri. Maria non fa parte di queste anime, Maria si ingrandisce con la piccolezza, cresce di fronte all'indigenza, si rafforza e potenzia col potere di Dio di fronte alla sua mancanza di potere e alla sua coscienza di povertà.

LA PICCOLEZZA NELLA GRANDEZZA. Maria sa molto bene che la grandezza non è sua, non le appartiene, ma che è di Dio, appartiene a Dio. Per questo, Maria, davanti alle grandezze che Dio ha realizzato nella sua vita, non si insuperbisce, ma mantiene un atteggiamento saggio e fondamentale: e cioè, in se stessa, Ella continua ad essere povera e piccola. "La mia anima loda la grandezza del Signore... perché ha posto i suoi occhi sulla povertà della sua serva" (vangelo). Maria è una donna dalla fede semplice, ma ferma e forte; dalle convinzioni profondamente radicate, dalla coscienza di se stessa chiara e trasparente. Grazie a ciò, può continuare ad essere piccola in mezzo alle meraviglie che Dio ha realizzato nei suoi confronti, e in mezzo ai privilegi con cui l'ha colmata al di sopra di qualsiasi altra creatura. La maternità divina, l'assunzione in anima e corpo alla gloria celeste, privilegi senza pari nella storia, la commuovono di riconoscenza verso Dio, ma non le fanno dimenticare la realtà della sua piccolezza e della sua appartenenza al gruppo degli anawim. Ella ha appreso molto bene una delle paradossali lezioni di suo figlio: "Chi vuole essere grande tra di voi, sarà vostro servitore, e chi vorrà essere il primo, sarà schiavo di tutti" (Mc 10, 43-44). Maria ebbe bisogno di molta umiltà per continuare ad essere semplice in mezzo alle meraviglie che Dio operò in lei e per mezzo di lei.

Suggerimenti Pastorali

"LA PICCOLA VIA". Così santa Teresa di Lisieux definì la sua spiritualità. Ella non si considerava né degna né capace di grandi opere missionarie, come san Francesco Saverio, né di grandi opere di dottrina, come sant'Agostino o san Tommaso d'Aquino. Non si riteneva dotata di grandi qualità di eloquenza, come san Bernardino da Siena o sant'Antonio di Padova. Si considerava troppo piccola e debole per soffrire il martirio cruento, come gli apostoli Pietro e Paolo. Ma non per questo si scoraggiò. Nella preghiera chiese al Signore che le indicasse il suo cammino di santità, la sua piccola via, e Dio gliela manifestò: "Nel cuore della Chiesa io sarò l'amore". Cioè: "Non posso essere martire, né missionaria, né maestra di dottrina, né donna di grande eloquenza, ma posso, sì, amare. La mia vocazione nella vita è l'amore". La maggioranza degli uomini e delle donne del nostro pianeta, della nostra parrocchia, non potranno fare né faranno "grandi cose". Ma nulla e nessuno impedisce loro di amare, di camminare per la via dell'amore giorno per giorno, con gioia e con continuità, in tutto ciò che faranno. È stato anche il cammino della Vergine santissima che adesso, dal cielo, ci invita a seguire i suoi passi. Questo cammino dell'infanzia spirituale è urgente, necessario, per gli uomini e le donne del nostro tempo.

LA VERA GRANDEZZA. Dove risiede la vera grandezza? Sant'Agostino ci direbbe: "Non la cercare fuori, cercala dentro di te". L'uomo è grande se ha un cuore grande, se è stato ingrandito dalla grazia divina, se la sua vita intera trasuda dono di sé, santità e virtù. Non si è grandi per essere un pozzo di sapienza, ma per mantenersi umili sul piedistallo della scienza. Non si è grandi perché si possiede autorità e potere su milioni e milioni di essere umani, ma perché si riconosce che tale autorità e potere si sono ricevuti da Dio per metterli al servizio degli altri. Non si è grandi per ciò che si fa (un giro di 180 grandi alla storia, un'opera d'arte famosa, un premio letterario internazionale, una ricerca scientifica premiata con il Nobel...), ma perché si fanno queste cose con cuore di bambino riconoscente, sapendo che tutto ciò è un regalo di Dio. La vera grandezza non è contraria all'umiltà, né all'obbedienza, né alla vocazione di servizio. Piuttosto, in tutto ciò trova il suo piedistallo e la base autentica di umanesimo cristiano. Non è forse Maria, assunta in cielo, un magnifico esempio della vera grandezza? Maria, incoronata regina dell'universo, ha forse rinunciato ad essere la serva del Signore? Maria è la sintesi più perfetta di grandezza nella piccolezza e di piccolezza nella grandezza. E noi, cristiani, abbiamo molto da imitare da lei. Che cosa è ciò che ce lo impedisce? Che cosa aspettiamo? Che ella, con la sua umiltà e la sua grandezza, ci accompagni nel nostro cammino per la vita verso la gloria del cielo.