Omelia (09-03-2007)
Monaci Benedettini Silvestrini
Ricordiamo, Signore, le tue meraviglie

La prima lettura riunisce soltanto alcuni versetti della tradizione biblica relativa al futuro patriarca Giuseppe venduto dai suoi fratelli a mercanti madianiti. Il racconto globale illustra l'azione della Provvidenza divina. Nell'ambito del percorso quaresimale, Giuseppe perseguitato è una figura di Cristo che offre la vita per i fratelli. Questi non sono sprofondati nella corresponsabilità del loro delitto, ma tutti ritroveranno la pace nel bacio conclusivo del loro padre. La tradizione patristica ha sempre interpretato quella pagina biblica in modo Cristologico, provocando una riflessione sul Cristo umiliato e rigettato, ma chiamato a vita nuova e alla glorificazione eterna dal Padre. La parabola di Matteo trova il suo punto centrale nell'annotazione "da ultimo mandò loro il proprio figlio". Questa era l'ultima possibilità di accettare una collaborazione con il proprietario della vigna, mettendosi a disposizione del figlio. I dignitari del Tempio e i farisei capiscono la narrazione, e percepiscono che per la gente Gesù è un profeta credibile e degno di ascolto. Ormai tutto sembra bloccato: la presenza di Gesù, inviato da Dio per la salvezza dell'umanità, è misconosciuta e respinta. La tragedia storica, che corrisponde ad un rifiuto teologico, è ormai inevitabile. Di giorno in giorno, la liturgia insiste, in modo crescente, sul Redentore, annunziato dai profeti nella sua identità di Servo sofferente.