Omelia (10-03-2007)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Tu getterai in fondo al mare tutti i nostri peccati.

Come vivere questa Parola?
Questa affermazione fa parte di un testo liturgico che fu aggiunto allo scritto del profeta Michea, contemporaneo del grande Isaia. La situazione del popolo è oscurata dal fatto che, sebbene la terra promessa sia stata raggiunta, tutto è da ricostruire e gli stranieri si sono insediati qui nel tempo in cui Israele era in esilio. Ma la forza di questo testo biblico sta nell'ingenerare coraggio e fiducia a tutta prova. Sì, nonostante la coscienza di essere peccatore, il fedele crede, sa con certezza una verità che lo rassicura interiormente: Dio ha gettato in fondo al mare quell'enorme peso di negatività e dolore che sostanzialmente è il peccato. Questa parola ha pure per noi, oggi, una carica espressiva che c'incoraggia nel cammino penitenziale della quaresima. Lo capisco bene se rispondo a due domande: Che cos'è il peccato? E che mare è quello a cui allude il testo sacro? Si possono scrivere volumi su queste cose. Qui basta esistenzialmente cogliere che il peccato è quel diaframma che io pongo tra me e Dio, tra la sua volontà di salvezza e ogni mia via di perdizione su cui io, lontano da Dio perisco. E il mare? Oh il mare è l'infinito amore di misericordia in cui il mio Dio scaraventa ogni mio "no" alla salvezza. Sì, Egli butta tutto nel fondo di questo immenso mare. E a misura che la mia perdizione in esso sparisce, io riaffioro in vita nuova. Capirlo, in questo tempo di quaresima, tempo favorevole della salvezza, è grande grazia.. Ti senti come un pesce che guizza in acque rigeneranti.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, non avrò paura di guardare i pesi, i lacci, il pietrame dei miei no a Dio. Ma poi consegnerò a Lui tutto, con animo contrito e fiducia certissima.

Signore, mare senza fondo, prendi il mio peccati e dammi vita, una vita di amore in te.

La voce di un Dottore della Chiesa
Il perdono è l'essenza stessa di Dio.
S. Caterina da Siena