Omelia (14-03-2007) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Quale grande nazione ha la divinità così vicina a sé, come il Signore nostro Dio è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo? Come vivere questa Parola? Sembra di leggere quasi una nota di gioioso stupore dietro questa espressione che il deuteronomista attribuisce a Mosè. Il grande condottiero sta per accomiatarsi dal popolo che ha guidato nel lungo peregrinare nel deserto. Il momento è quindi solenne. Non ci si può attardare in discorsi marginali. Come un padre sollecito, egli invita alla fedeltà all'Alleanza e alla Legge. È qui che si inserisce la constatazione sopra riportata. Vi è, allora, un nesso inscindibile tra il dono della Legge e la prossimità di Dio. Si tratta di entrare nella visuale biblica per afferrarne il senso e la ricchezza. L'atto creativo è presentato dalla Genesi come un intervento teso a mettere ordine nel caos primordiale e a creare armonia. La vita germinerà qui, in questo contesto carico di positività, e sarà segnata da una feconda relazionalità. La nota discordante del peccato verrà ad aprire un via d'accesso al caos, con il suo corollario di tenebre e di morte. Al libero e armonioso relazionarsi si sostituirà la paura, il sospetto, l'aggressione. Ed ecco Dio farsi prossimo dell'uomo, offrirgli la sua alleanza, per un cammino di progressiva liberazione, e la Legge, per custodire la libertà conseguita e arginare le forze osti-li del caos che introducono disarmonia fin nel cuore dell'uomo, impedendo alla vita di esplodere in pienezza. Siamo allora alla presenza di ben altro che una realtà oppressiva e castrante! La Legge è il chinarsi premuroso, di un Dio che è Padre, sulla sua creatura perché liberi le proprie ricchezze interiori nel segno dell'amore. Oggi, nella mia pausa contemplativa, cercherò di cogliere la prossimità di Dio in quell'invito a mettere ordine e armonia nel mio relazionarmi con me stesso, con gli altri, con Dio. Ne ringrazierò, quindi, il Signore, impegnandomi a corrispondere alla sua sollecitudine. Padre, che mi avvolgi di tenerezza e intessi su di me uno stupendo progetto di amore, aiutami a riportare ordine e armonia in me e intorno a me, accogliendo con umile e gioiosa riconoscenza il tuo invito ad espandermi nell'amore. La voce di un filosofo polacco Vengono cancellati i confini tra il bene e il male, tra il vero e il falso. Nel caos che ne risulta non si sa che cosa gli uomini pensano, perché essi, convinti di non essere chiamati dalla verità e dal bene, non sanno che cosa dovrebbero pensare. Di conseguenza i loro pensieri si piegano ai dettami delle circostanze determinate dalle proprie voglie e da quelle degli altri. Nel caos gli uomini, non avendo il coraggio di esistere come domande che cercano la verità e il bene del proprio essere e del mondo in cui vivono, non hanno dove andare; davanti a loro si stende soltanto il vuoto. Confusi corrono dappertutto, per paura di restare fuori dal progresso. Eppure non vanno da nessuna parte. Stanislaw Grygiel, filosofo polacco |