Omelia (18-03-2007) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su 2Cor 5,17 Dalla Parola del giorno Fratelli, se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove. Come vivere questa Parola? Da duemila anni questa frase percorre la terra, risuona nelle nostre chiese, affiora sulle labbra dei cristiani... Ma, ci siamo veramente accorti di questa novità? In quanto battezzato, cioè immerso nel sangue di Cristo, partecipe della sua morte e resurrezione, ogni cristiano è una creatura nuova. Questo vale per me, per te, per tutti. È un dato di fatto che, purtroppo, non sempre trova riscontro nelle varie espressioni del nostro vivere. Il "buon profumo di Cristo", di cui parla S.Paolo, sembra essere svanito in una società in cui si respira un'aria pesante, aria di vecchiume. Eppure qua e là si coglie un fremito primaverile. Virgulti promettenti spuntano ancora sull'annoso tronco della Chiesa. Ridestano una nostalgia di "vita più" che non si può soffocare. È il richiamo della vita del Risorto che continua a pulsare nelle nostre vene e vuole erompere in pienezza. Lo avverti in quel senso di disagio a cui talvolta stenti a dare un nome: un desiderio di "diverso", di "pulito", un bisogno di ritrovare il tuo sé più vero. E quando scopri un'oasi di silenzio, di quiete hai l'impressione di essere finalmente approdato là dove tutto il tuo essere si protendeva. Riesci finalmente a non fuggire più da te stesso, a guardarti negli occhi e a scoprire che "le cose vecchie sono passate e ne sono nate di nuove". Perché ostinarsi a restare ancorati a un passato ormai definitivamente sepolto "in" e "con" Cristo? Perché non abbandonarsi all'esaltante avventura di battere le vie nuove dell'amore, della riconciliazione con se stessi e con gli altri, del perdono e della pace? Il battesimo ci ha già abilitati a ciò: si tratta di prenderlo sul serio, di contare di più sull'azione della grazia, di lasciarsi definitivamente conquistare da Cristo, dal suo sogno di unità, di comunione, di amore e di pace. Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi esporrò all'aria nuova dello Spirito. Gli consegnerò il vecchiume che ancora custodisco in me e mi impegnerò a coltivare i germi di novità che Egli ha deposto nel mio cuore. Spirito di novità, che gemi in me, avviluppato dal vecchiume da cui stento a staccarmi, rompi il guscio delle mie resistenze perché la vita nuova del Risorto possa esplodere in pienezza. La voce del vescovo dei poveri Che incanto, Signore - che le tue creature che hai creato con le tue mani - gli uccelli e il vento - trasportino da pianta in pianta da albero ad albero i semi di amore e pace! Hèlder Camara |