Omelia (18-03-2007) |
padre Paul Devreux |
Questa è la parabola del padre misericordioso, più che del figlio prodigo, perché punto centrale è il perdono del padre, che crea gioia e rabbia. Gesù è criticato perché mangia con i peccatori. Consideravano il peccato come un virus dal quale bisognava difendersi tenendosene lontano. Gesù lo considera come una piaga alla quale bisogna accostarsi per curarla. Prima scena - Il cadetto chiede la sua parte d'eredità. Il Padre, gran signore, non si offende e acconsente. Rapidamente il ragazzo si ritrova a fare il guardiano di porci. Disperato, non convertito, torna da suo padre. Seconda scena - Il Padre lo vede da lontano e gli corre incontro, pieno di gioia. Questo figlio, carico di sensi di colpa, non si aspettava quest'accoglienza. Forse adesso si converte veramente, commosso dall'affetto che gli viene dimostrato. Terza scena - Il figlio maggiore si arrabbia. E' il vero destinatario della parabola. E' una brava persona, che fa il suo dovere onestamente, come i farisei a chi sta parlando Gesù. Gli assomiglio, perché capisco e apprezzo il perdono del Padre, ma fare festa subito, senza neanche domandare a questo poco di buono di pentirsi e chiedere scusa, non è una cosa fatta bene, non è giusto. Quando il padre vede che la sua scelta disturba il figlio maggiore, lascia la festa e esce per andargli incontro. Gli spiega che vuole bene a tutti, indistintamente, che la gelosia, l'invidia, il giudizio, davanti a Dio, non ha ragion d'essere. Un posto c'è per tutti. Il vangelo non dice se il maggiore ha accettato di fare festa. Si conclude con un silenzio. Io, nei panni del maggiore, ho la libertà di fare festa? |