Omelia (19-03-2007) |
Monaci Benedettini Silvestrini |
Giuseppe, servo fedele La personalità di S. Giuseppe merita un'attenzione particolare che le letture bibliche aiutano ad interpretare facilmente. Il profeta Natan annunzia la venuta di un Messia, di un salvatore, che sarà inserito in una genealogia consistente, nella discendenza di Davide: un discendente privilegiato (che non è Salomone) sarà oggetto della predilezione divina. "Io gli sarò padre ed egli mi sarà figlio... Il suo trono sarà reso stabile per sempre". Gesù appartiene alla discendenza di Davide. Per S.Paolo, la giustizia di Abramo deriva dalla sua fede; lo stesso Abramo è antenato di Davide. Come Abramo, S. Giuseppe ha creduto alla Parola ed ha accettato di accogliere il frutto della Promessa comunicata a Maria. In un qualche modo, lo stesso Giuseppe è "padre dei credenti", sull'esempio di Abramo. Per l'evangelista Luca, Gesù, pur partecipando agli atti pubblici di culto, è sottomesso ai genitori, ai quali egli annunzia la sua missione: "devo occuparmi delle cose del Padre mio". Giuseppe, da allora, avrà capito meglio il proprio compito di educatore. In S.Matteo, il nucleo centrale del racconto è la disposizione "Tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati". Da questo particolare, risulta che Giuseppe è stato bene informato sul "mistero" di Gesù fin dall'inizio, dal concepimento. Egli è un esempio di fede semplice, di accoglienza e di ascolto della Parola, di obbedienza disinteressata e fiduciosa; con la cooperazione silenziosa di Giuseppe, Dio ha realizzato sulla terra una parte importante della storia della salvezza. |