Omelia (25-03-2007)
padre Paul Devreux


Nella prima lettura il Signore dice che sta creando cose nuove e che non ricorda più le cose passate. Nel Vangelo lo fa', perché riesce a vedere in questa donna adultera non ciò che è stata ma ciò che può diventare. Questo implica la sua capacità di accoglierla, difenderla e sperare; soprattutto sperare che questa donna è in grado di fare cose buone. Gesù non la chiude nel suo passato, anzi la libera da esso, la scioglie, come si scoglie uno schiavo dalle catene, perché riesce a vedere in lei qualcos'altro che un adultera e così gli consente di correre verso un futuro tutto nuovo.

A quelli che l'interrogano sul da farsi Gesù risponde con la famosa frase: "Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei". Attenzione: non è come dire: "Come ti permetti di giudicare proprio tu che.". Se così fosse con questa premessa Gesù paralizzerebbe tutti i tribunali di questa terra. Non sarebbe un discorso costruttivo. Gesù, il problema della giustizia, l'affronta molto seriamente.

Ricordiamo che la prima pietra doveva essere lanciata dal testimone, non dalla parte lesa, cioè da colui che si assumeva la responsabilità della legittimità della condanna. Quindi proporre che scagli la prima pietra chi è senza peccato, assumendo il ruolo del testimone, è come dire: "Chi è convinto che questa condanna è giusta e utile per il bene della comunità scagli la prima pietra".

I più anziani, che ne hanno lapidate tante, rammentano il disagio vissuto in altre lapidazioni e tutti i discorsi fatti successivamente tra amici sulla discutibilità e l'utilità della sentenza data, e se ne vanno. Loro sanno che amministrare la giustizia non è facile. Penso che avranno guardato con ammirazione il coraggio di Gesù di prendere le difese di questa donna e di assumersi così lui in prima persona la responsabilità di giudicarla e di far si che non faccia più del male. Per ottenere questo, Gesù salirà in croce.

Lo vedo il collegamento tra il fatto che Gesù non condanna questa donna e la Sua condanna a morte?