Omelia (01-04-2007)
padre Gian Franco Scarpitta
Tanto significa un rametto di ulivo!

Oggi il Signore entra a Gerusalemme osannato ed esaltato dalla folla che lo accoglie con il lancio di rami di ulivo a titolo di affetto e di festosa accoglienza; anche noi ci associamo alla gioa dei Gerosolimitani, poiché stamattina, come raramente si verifica durante l'anno, le nostre chiese pulluleranno di fedeli che attillati e raffinati nell'abbigliamento tipico delle giornate speciali, sgomitando l'uno conto l'laltro tenderanno ciascuno verso l'alto una palma o un ramoscello di ulivo. precedentemente intrecciato e adornato secondo le consuetudini locali. Tutto ha il sapore della festa in questa mattinata ed è giusto che sia così. Occorre infatti che ci immedesimiamo nell'esultanza di quanti, all'epoca degli episodi che ci vengono oggi narrati, riconoscono in Gesù il Signore della vita e della gloria che hanno riscontrato essere davvero il Figlio di Dio che a più riprese, nei suoi interventi prodigiosi, ha dato dimostrazione di avere la meglio sul male e sulla morte per donare vita e salvezza a tutti. Di Gesù si esalta il Signore della Gloria, il Dio fatto uomo per la nostra salvezza, il Messia attreso da secoli da tutte le genti che adesso è mdiventato la promessa realizzata; si pende dalle sue labbra e tutte le volte che si ascolta proferire un messaggio o una sola parola da parte sua si conclude subito che essa è parola di vita e di verità, propria di chi spende la propria divinità con noi, pertanto palme e rami di ulivo sono espressivi ed eloquenti nrll'esternare siffatto amore nei suoi confronti.
I rami di ulivo.... La Bibbia, nel libro della Genesi ce ne ricorda uno in particolare: quello che una colomba recava a Noè mentre questi soggiornava nell'arca imperversando sulla terra il terribile diluvio. In quella circostanza si riscontrava che le acque imponenti avevano cessato di sommergere le sommità più alte della vegetazione, che si stavano di volta in volta ritirando e di lì a poco avrebbero lasciato lo spazio all'asciutto. Il ramo di ulivo era quindi un annuncio della salvezza. Ma anche adesso sta assumendo il medesimo significato: il ramo di ulivo è infatti simbolo di esaltazione di colui che Regna, esercitando il suo dominio tuttavia non nella preponderanza o nell'autoaffermazione ma piuttosto donando se stesso in riscatto per l'umanità, realizzando la dimensione di servizio e di spontanea abnegazione nei confronti dell'uomo che avrà il suo culmine nella crocifissione. E che cosa comporta tutto questo se non la nostra salvezza definitiva?
Proprio gli ulivi sono gli alberi millenari che Giovanni Paolo II (Ecclesia De Eucarestia) vedeva come testimoni oculari degli eventi che si consumarono circa 2000 anni or sono per la nostra salvezza in quell'orto in cui Gesù affrontò la solitudine madido di sudore sanguigno oltre che acqueo. In quello stato di estremo abbandono Egli offrì al Padre le proprie pene e le angosce non omettendo la propria disposizione ad immolare il proprio corpo in vista del recupero di noi tutti quindi anche l'orto degli ulivi ci rammenta moltissimo intorno alla salvezza dell'umanità.
Quello di salvarci è stato l'unico obiettivo del Cristo sofferente e morente sul patibolo; quello di spasimare, soffrire, non parare i colpi e le percosse è stato il suo unico sistema per lui consono per raggiungere tale obiettivo e in questa dinamica si intravede un Dio che serve l'umanità prodigandosi in tutti i sensi per essa e il servizio è il costitutivo dell'essere Re di Gesù.
In sintesi, Cristo è Signore esaltato perché nostro Re e salvatore che ci ha salvati nel servizio continuo e nel dono definitivo di se stesso sul patibolo della croce... Tutto questo è capace di significare un solo rametto di ulivo!

Di fronte alla pedagogia di un Dio che ragna nell'amore spassionato e disinteressato verso l'umantià, anche noi siamo spronati a prescindere dal nostro orgoglio e dalla tutela dei nostri soli interessi per donarci interamente agli altri secondo quanto egli stesso ha raccomanfdato: "Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi" poiché in effetti è solo la logica del servizio e dell'abnegazione verso gli altri che si riscontra l'affermazione dell'uomo in quanto tale per il semplice fatto risaputo che vi è molta più gioia nel dare che nel ricevere e la realizzazione dei sacrifici per gli altri non può che condurre alla ricompensa nonostante la molteplicità delle cattiverie e delle ingiustizie subite. Gettare uno sguardo attento alla croce che grava sulle spalle di Cristo è monito affinché noi acquistiamo fiducia e sontaneità nel voler caricare le nostre spalle della croce che lo stesso Cristo ci affida ogni giorno. E soprattutto della croce degli altri.