Omelia (25-03-2007) |
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Chi di voi è senza peccato, scagli la prima pietra Fratelli nella fede, Se Gesù per primo ci facesse la stessa domanda, tutti dovremo lasciare la chiesa uno dopo l'altro come hanno fatto i farisei. Ma il Signore ci assicura che è venuto a cercare gente come noi, peccatori. È la sua missione, non è venuto per condannare ma per salvare, e per salvare l'uomo fa di tutto, perfino offre se stesso. Gesù condanna il peccato ma cerca il recupero della persona, cerca di salvarla, la incoraggia a non peccare più, a chiedere aiuto al Signore. Il peccato è condannato, ma il peccatore è sempre amato, è sempre cercato, è sempre atteso. Gesù anche oggi ci vuole dire la stessa cosa: non tenetevi buoni o senza peccato solo perché gli altri non sanno i vostri peccati. Dio vi conosce: tutti siete peccatori e allora non dovete avere la presunzione di scagliarvi gli uni contro gli altri. E se anche foste buoni, dovete ricordavi che i buoni non disprezzano gli altri, perché sanno che la bontà non distacca dagli altri, ma mette al servizio degli altri. "Maestro,...Mosè, nella legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?". Anche oggi il mondo ha bisogno di colpevoli e di lapidazioni, e vorrebbe trascinare la Chiesa e i cristiani in questa azione. I fedeli a Cristo condanneranno il peccato e non la persona. Mentre lo spirito del mondo continua a condannare e a lapidare le persone che hanno peccato, ma non il peccato, così da continuare a peccare Dio nascosto con lo stesso peccato. La colpa di quella povera donna, secondo il mondo, è di essere stata sorpresa in flagrante. La sua colpa è di essere finita sulle prime pagine dei giornali. Loro, gli scribi e i farisei, con le pietre in mano, si sentono sicuri perché non sono donne, e quando peccano si nascondono bene. Gesù si china per scrivere sulla terra, e anche per non guardarli in faccia. Perché vuole che ciascuno di loro si guardi dentro. Scrive. Scrive in silenzio, non ascolta e non parla. O forse risponde con quello che scrive. Chi di voi è senza peccato scagli per primo la pietra contro di lei. Sapienza infinita di Cristo. Non abolisce la legge di Mosè, ma mette le premesse per superarla definitivamente. Avrebbe potuto dire pubblicamente a ciascuno il suo peccato, ma preferisce che imparino a guardarsi dentro. A uno a uno se ne vanno, perché i peccati e la coscienza sono personali. A uno a uno. Poiché scriveva per terra e non li guardava, hanno potuto allontanarsi liberamente, senza sentirsi giudicati, neanche loro. Nessuno ti ha condannato? La guarda. Nessuno, Signore. Neanch'io ti condanno: "va' e non peccare più!". - Bastano sei parole, Signore, per trasformare l'inferno in paradiso, per cambiare la morte in vita. - Bastano sei parole, Signore, per accendere in cielo una stella, per far nascere un fiore nel deserti. - Bastano sei parole, Signore, per far di un mostro un uomo, per annullare tutta una storia di peccato. - Bastano sei parole, Signore, per fare di un bestemmiatore un santo, per ridare verginità ad una donna da marciapiede. Dille anche a me, Signore, queste sei parole e il mio cuore di pietra tornerà ad essere un cuore di carne. In questo tempo, ormai vicino alla Pasqua, mi inginocchierò davanti al tuo ministro per sentire ed accogliere queste sei parole: "va e d'ora in poi non peccare più". Allora sarà finita la schiavitù e sarà Pasqua davvero! Amen. (A. Dini). |