Omelia (01-04-2007) |
don Marco Pratesi |
Parola agli sfiduciati Per aiutarci nella contemplazione della passione del Signore, la liturgia ci propone nella prima lettura il terzo dei quattro canti del Servo del Signore che leggiamo nel Secondo Isaia. Il testo ci presenta questa figura facendo ricorso a due simboli: la lingua e l'orecchio. Egli ha "una lingua da iniziati". L'espressione non è di comprensione immediata, e tradisce la fatica di trovare una traduzione adeguata. Il testo vuol dire che il Servo è un discepolo, ma un discepolo esperto, ben sperimentato, preparato. L'"iniziato" è appunto colui che ha superato una soglia, quella del mistero, che non a tutti è dato varcare. Si tratta di una sapienza divina, misteriosa, nascosta in Dio prima dei secoli (cf. 1Cor 2,7). Tuttavia, questo accesso al mistero non è opera sua né sua iniziativa. Egli è introdotto nel mistero da un altro, come è sottolineato con forza dal simbolismo dell'orecchio. L'iniziato, il discepolo sperimentato, è colui che ascolta, e in modo permanente. Per lui non si dà nessuna nuova partenza senza ascolto, ogni mattina il Signore risveglia il suo orecchio, perché entri in una sapienza nuova e misteriosa, che supera, sorprende e sconvolge le prospettive e le attese umane. Perché per lui aprire l'orecchio significa presentare il dorso ai flagellatori, la guancia a coloro che gli strappano la barba. Per lui ascoltare significa rendersi disponibile a rimetterci di persona e a dare la vita, perché è ascoltare il mistero di un amore folle, divino, eccessivo, che dà tutto e chiede tutto. Per questo, egli lo sa, non è solo (cf. Gv 16,32): nelle sue lunghe ore di ascolto ha imparato bene che il Signore Dio è con lui e come lui, e con questa incrollabile sicurezza affronta ogni rifiuto. Così davvero è in grado di portare a chi è sfiduciato, stanco, abbattuto, una parola che non sia vuota retorica o consolazione a buon mercato, ma intrisa di mistero e portatrice di vita. Sì, la sua parola è Spirito e vita (cf. Gv 6,63), perché parola di chi ha ascoltato e sofferto. I commenti di don Marco sono pubblicati dal Centro Editoriale Dehoniano - EDB nel libro Stabile come il cielo. |