Omelia (28-03-2007) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Benedetto il Dio di Sadràch, Mesàch e Abdènego, il quale ha mandato il suo angelo e ha liberato i servi che hanno confidato in lui; hanno trasgredito il comando del re e hanno esposto i loro corpi per non servire e per non adorare alcun altro Dio che il loro Dio. Come vivere questa Parola? La tematica della liturgia odierna focalizza il tema schiavitù-libertà. La prima lettura, attraverso la vicenda di tre giovani ebrei gettati nella fornace a Babilonia, presenta il significato della vera libertà. In mezzo ad un ambiente ostile, pagano, nonostante gli ordini e le minacce della corte del re, al servizio della quale sono stati assunti, i tre giovani danno prova di fortezza, sanno essere fedeli alla loro identità di credenti e costituiscono un esempio di vera libertà. Essi sono più liberi del re che li ha fatti gettare nel fuoco. Dio aiuta i suoi fedeli e concede la grazia di cui hanno bisogno nella loro lotta contro il male. La libertà è dono di Dio. Il profeta Daniele pone sulle labbra di questi giovani, oltre la preghiera penitenziale, letta qualche giorno fa nella liturgia del martedì della terza settimana, un cantico di lode a Dio che proclamiamo oggi nel salmo responsoriale. La lode sgorga da cuori liberi, completamente consegnati a Dio. Molti uomini e donne nel corso della storia hanno trasgredito, come i tre giovani ebrei, agli ordini di regimi totalitari che negavano la possibilità di professare la fede. Ancora oggi molti credenti sono uccisi e torturati a causa della loro fede in Dio. Chi ha provato il carcere, come il cardinale vietnamita François Xavier Nguyen van Thu'n a motivo della fede in Gesù, afferma di aver sperimentato la libertà nonostante le privazioni della prigionia. Solo accogliendo la verità annunciata da Gesù si fa esperienza di libertà. Egli è la verità. Essere liberi significa essere figli, non schiavi, nella famiglia di Dio. E noi siamo liberi interiormente? Permettiamo a Gesù di comunicarci la sua libertà? Ci sentiamo figli e figlie nella famiglia di Dio? Nella pausa contemplativa di oggi invocherò lo Spirito Santo pregando: Spirito di libertà, amore, gioia vieni e donaci di comprendere e sperimentare la vera libertà. È il tuo perdono che dissolve le nostre colpe come la nebbia del mattino. Ecco la libertà cristiana, ecco lo stupore di un amore. Spirito Santo, in una semplice preghiera, ci permetti di raggiungere il cuore stesso di Cristo. Presso di lui, noi ascoltiamo il suo appello a vivere ogni giorno nell'amore di Dio. La voce di un testimone di oggi Nel mondo moderno, ci sentiamo perdenti. Ma l'avventura della speranza ci porta oltre. Un giorno ho trovato scritto su un calendario queste parole: «Il mondo è di chi lo ama e sa meglio dargliene la prova». Quanto sono vere queste parole! Nel cuore di ogni persona c'è un'infinita sete d'amore e noi, con quell'amore che Dio ha effuso nei nostri cuori, possiamo saziarla. François Xavier Nguyen van Thu'n |