Omelia (01-04-2007)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Is 50,6-7

Dalla Parola del giorno
Ho presentato il dorso ai flagellatori, la guancia a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi. Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto confuso, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare deluso.

Come vivere questa Parola?
La prima lettura di oggi presenta la figura del "Servo di JHWH" che si sottomette alla sofferenza per amore.
Ma chi è questo servo di cui si parla?
Il profeta parla di se stesso? Del popolo in esilio? Di ogni persona che si mantiene fedele nella lotta per il bene e nell'aiuto agli altri?
Gli evangelisti e la tradizione cristiana hanno sempre messo in evidenza che queste profezie, superando i confini dello spazio e del tempo, preannunciano misteriosamente Gesù, il vero Servo del Signore, prediletto dal Padre, luce degli uomini, salvatore del mondo che attraverso l'offerta della propria vita è glorificato da Dio.
In effetti, nell'immagine del "Servo" ritroviamo i tratti caratteristici di Gesù: la sua mitezza di Agnello che prende su di sé la sofferenza ingiusta; il suo aderire al volere del Padre che vuole la salvezza di ogni uomo; il fluire della grazia redentiva su quanti si aprono ad accoglierla.
Ma "Servo di JHWH" puoi essere anche tu, anche io. Sì, ogni cristiano è in fondo chiamato a prolungare nell'oggi l'opera redentiva di Cristo, entrando nel suo mistero di morte e di vita. Morte al peccato, contro cui si batte per eliminarlo dalla propria esistenza e dalla società, perché trionfi in pienezza la vita.
In questa lotta sarà chiamato anche a confrontarsi con il dolore e con la prova, proprio con il "Servo". Ma sarà una sofferenza riscattata dal non-senso per il suo nesso inscindibile con la vita e l'amore.

Nella pausa contemplativa di oggi verificherò quali sono le mie reazioni di fronte alla sofferenza e al mistero della morte. Sono capace di essere vicino a chi soffre? Mi accorgo solo della sofferenza fisica o so vedere anche la sofferenza del cuore?

La voce di un testimone dei nostri giorni
Croce significa soffrire con Cristo la sua passione. Solo chi è legato a Cristo, come accade per chi lo segue, si trova sul serio sotto la croce. La croce non è la terribile fine di una felice vita religiosa, ma sta all'inizio della comunione con Gesù.
Dietrich Bonhoeffer