Omelia (01-04-2007)
LaParrocchia.it
Non siamo spettattori passivi

La liturgia in questa domenica delle palme ci suggerisce di meditare la passione del Signore secondo la versione di Luca. La narrazione della passione è improntata seguendo una prospettiva personale - morale: leggendo e ascoltando il racconto della passione e morte di Gesù, il discepolo e ora la comunità non possono restare spettatori meramente passivi ma sono invitati a prendere atto che lo stesso Gesù si aspetta una risposta che deve caratterizzarsi con una adesione personale ed esistenziale. Chi segue Gesù non può non essere toccato dal cambiamento.
Nel racconto vi troviamo dei personaggi che sono usciti fuori dalla neutralità e sono stati capaci di dare una svolta alla propria vita.

Simone di Cirene. Di lui si dice che "gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù" (23,26). Questa espressione ci riporta al centro del vangelo (9,23;14,27) dove Gesù, illustrando la serietà della sequela e l'impegno che il discepolo deve profondere nell'accettare la proposta del maestro, dice di prendere o abbracciare la propria croce quotidiana per essere autentici testimoni del regno di Dio. In questo modo lo stesso Simone diviene un appello alla vocazione a seguire Gesù anche al limite estremo della donazione.

Le donne e la folla. Queste due figure le troviamo in atteggiamento di conversione... "si battono il petto" (23, 27. 48). La salita verso il calvario diventa un cammino di conversione. Non c'è più tempo per lo spettacolo!!! Le donne accolgono l'invito a una revisione di vita: "piangete su voi stesse e sui vostri figli" (23,28). E' un messaggio che a distanza di duemila anni non è stato ancora seriamente considerato. E' necessario ancora oggi "piangere" sulle scelte personali e familiari: quante persone si "leccano le piaghe" per le scelte "completamente sballate"; quanti figli sono vittime delle "trasgressioni" di questa società per l'abuso di libertà; quante famiglie si "dividono" perché manca il dialogo e il confronto; quanti poveri "soffrono" perché i cosiddetti ricchi preferiscono accumulare; quante società sono "vittime" di se stesse perché Dio viene messo puntualmente da parte... etc. Allora, anziché pensare a tutte quelle forme sterili di tradizionalismo che "vengono fuori" in questo momento dell'anno liturgico sarebbe utile e doverosa una profonda e seria riflessione sulla propria vita alla luce della Parola di Dio. Inoltre si può fare tesoro anche dei segni che la liturgia propone.

Gesù. Viene presentato come il Dispensatore del Perdono e della Misericordia (23,34). E' in questa prospettiva d'amore e di totale grazia che si colloca la scena del "buon ladrone e dei crocifissori". Per cui l'evangelista Luca ci consiglia che il mondo si trasforma attraverso la conversione e il perdono... è una via dura da percorrere perché la meta è il sacrificio ma è l'unica fino a questo punto che ha dimostrato la sua efficacia.
Un ultimo insegnamento è il perfetto abbandono tra le mani di Dio.
Gesù ancora una volta dall'alto della croce fornisce la sua opinione sul concetto di "provvidenza" di cui ne aveva parlato "in lungo e in largo" (cf. 12,22-32), e ora la sua morte diventa il suo testamento spirituale dell'amore del Padre e per il Padre... non ci sono altre verità a cui potersi aggrappare... l'unico appiglio reale e concreto resta il Dio.

Buona domenica!!!