Omelia (02-02-2003)
Totustuus
Presentazione del Signore

Nesso tra le letture

Il tema della celebrazione odierna, legato al ciclo di Natale piuttosto che al tempo ordinario - abbiamo letto lo stesso brano evangelico in occasione della festa della Sacra Famiglia - è sottolineato dal Prefazio: Gesù è rivelato dallo Spirito Santo come gloria d'Israele e luce dei popoli. Gesù è il Messia da tempo atteso.

Messaggio dottrinale

Tutta l'attesa del Messia covata da secoli dal Popolo Eletto è presente nel tempio, visibile in Anna e Simeone. Qui come in tutto il suo Vangelo, Luca si sforza di presentare controparti maschili e femminili, parimenti bisognosi della salvezza, ognuno a suo modo similmente sollecitato a volgere lo sguardo verso la Luce che era stata loro promessa, e che sola può penetrare l'oscurità della colpa umana. Mentre la maggior parte dei loro contemporanei ne è ormai dimentica, una fedele rappresentanza d'Israele è lì ricevere il Signore della gloria, quando Egli fa ingresso nel suo tempio (prima lettura, salmo).

Maria, la giovane madre, la cui l'intimità col Signore la condusse all'inaudita e integrale vocazione alla verginità; il suo sposo, Giuseppe, l'uomo buono e giusto che permise a Dio di realizzare il suo piano (cf. Mt 1,19-20); Simeone, un contemplativo guidato dallo Spirito, le cui parole echeggiano i testi Messianici del secondo Isaia; e Anna, che "non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere"; Tutti questi rappresentano la generazione di coloro che non vivono rinchiusi in se stessi, o assorbiti dalle mere circostanze della vita - sebbene necessarie -, bensì vive per "la consolazione, e la liberazione d'Israele", la salvezza del mondo.

Anche se nessuno lo sospetta - essi stessi meno di chiunque altro -, con la propria generosa dedizione, proprio loro sono i veri eroi del loro popolo. E del nostro. A motivo del modo in cui hanno vissuto, e della loro disponibilità ad essere guidati dallo Spirito Santo, essi sono stati capaci di rendere testimonianza che questo bambino è Colui che tutto Israele - e l'intera Umanità - stava aspettando. E questo, nonostante abbia scelto di venire non nella gloria ma "in tutto simile ai fratelli" (seconda lettura), per poter condividere la loro sofferenza e disposto a divenire "segno di contraddizione" (Vangelo).

I vecchi (Simeone ed Anna) lasciano strada ai nuovi (i giovani genitori col loro neonato); la promessa del redentore è sostituita dalla sua presenza. In questa nuova situazione, rivolgere lo sguardo soprattutto alla salvezza richiederà un eroismo ancor più grande. Per Maria e Giuseppe, prima della violenta, straziante contraddizione del rifiuto di Gesù da parte del suo popolo e della sua crocifissione, venne la lunga, silenziosa prova di fede della contraddizione rappresentata dalla normalità della vita a Nazaret.

Come potrebbe evidentemente il Messia essere un altro bambino? Catechesi 1: La liturgia suggerisce un approfondimento della virtù teologica della speranza "per la quale desideriamo il Regno dei cieli e la vita eterna come nostra felicità", di gran lunga superiore alle briciole di felicità che cerchiamo nelle soddisfazioni meramente umane (CCC 1817-21; 2090-92).

Gli uomini e le donne chiamati alla vita consacrata riflettono l'atteggiamento esemplificato dalla fedele rappresentanza di Simeone e Anna (CCC 914-33, specialmente 916 e 931-33); quando essi vivono fino in fondo, autenticamente, la propria vocazione, la loro vita è per il mondo più essenziale di qualunque altra, come testimonia santa Teresa di Lisieux (CCC 826).

Suggerimenti pastorali

La vita in una prospettiva di salvezza. Quali sono i vostri orizzonti? Quali sono le cose che veramente vi importano? Il vostro lavoro, la squadra locale, il divertimento, andare fuori con i vostri amici, il successo, i soldi, il vostro prossimo appuntamento, la famiglia...? La vita di un cristiano non può basarsi definitivamente su nessuna di queste cose; esse non sono ciò per cui la vita ha significato.

Ogni Cristiano deve essere per tutti un testimone del vero significato della vita, e di dove esso si trovi: in Colui che per molti rimane segno di contraddizione, e pietra d'inciampo. Per ognuno di noi, la cosa più importante deve essere sempre la salvezza eterna: di noi, dei nostri cari, e di tutta la nostra 'gent' (tutti figli di Dio). La nostra vita è davvero fondata su questo? Tutti gli aspetti - sopra menzionati - della nostra esistenza devono essere incanalati nell'unico grande ruscello della vita eterna (già incipientemente presente e sperimentato in questa vita). La speranza è una virtù molto pratica.

Un segno che sarà avversato. Il discepolo non è più grande del Maestro. I santi, i grandi fondatori di ordini religiosi hanno di solito incontrato ogni genere di resistenza, malinteso e persecuzione. Quello di essere avversati dovrebbe essere visto come il destino normale del cristiano - non importa quale situazione viva. Se i giovani vogliono davvero essere in contrasto col mondo in cui sono stati chiamati a vivere, - non solo come va di moda, secondo le correnti - il modo più integrale di farlo è essendo radicalmente cristiani.

La Giornata Mondiale della Vita Consacrata viene celebrata oggi. La vita consacrata è uno stato di vita radicalmente cristiano. In essa si sceglie la novità di Cristo, che non invecchia mai, di contro alla fiacchezza di un mondo e di una cultura che sono logori e vecchi.

Oggi noi dovremmo pregare per gli uomini e le donne religiosi, e per tutti coloro che vivono le varie forme della vita consacrata, affinché siano i veri segni di contraddizione nel nostro mondo: non schierandosi col mondo e con le sue mode contro il vangelo, ma per portare ad effetto l'eterna novità del vangelo nelle cose del mondo, contro le puerili "novità" che contraddice e contro la sua stanca vecchiezza.

Come Maria, i genitori devono prepararsi a scoprire i segni di contraddizione nella immediata realtà della nostra esistenza; anche nei loro stessi bambini. Dove saremmo se Maria avesse rifiutato di accettare il misterioso cammino che Dio aveva progettato per suo Figlio? Quanto è triste quando i figli trovano per prima proprio l'opposizione dei loro stessi genitori, mentre sperimentano la chiamata a seguire Cristo nella vita consacrata.