Omelia (06-04-2007)
Omelie.org - autori vari


Come ogni anno, il venerdì santo, la liturgia ci fa riascoltare il racconto della Passione di Gesù secondo l'intensa narrazione che ne fa il discepolo amato, l 'evangelista Giovanni.
Siamo al centro del mistero cristiano, un mistero che fa sorgere nel cuore di ogni uomo una domanda antica di giorni: "Perché la passione? Perché la croce? È possibile che Dio si manifesti così, che sia questa la sua esaltazione?".
Dio in Gesù si è fatto uomo per svelarci il suo vero volto, il suo volto di Padre. È un Dio che si racconta, che entra in relazione, che ama... e il racconto della passione non è che l'ultimo tassello della storia d'amore che Dio cerca di stringere con il suo popolo... con ogni uomo. E durante tutta la sua vita Gesù ha cercato di raccontarci il Padre: ce lo ha raccontato con la sua vita, la sua parola, i suoi gesti, cercando di infrangere quella visione limitata e approssimativa di Dio da cui talvolta ci lasciamo schiacciare. E nonostante la nostra durezza di cuore ha scelto di "amarci sino alla fine", sino al dono di se stesso, al dono della vita.
La croce è e resta l'amore infinito che si manifesta, l'unità di misura esagerata per manifestare l'amore di Dio. Eccolo, dunque, Dio: nudo, appeso ad una croce, consegnato, donato, vulnerabile e fragile come mai. Per amore, per puro
dono.
E se tanti sono i personaggi che il racconto della passione ci ha fatto incontrare (Giuda, colui che tradisce, Pietro colui che colpisce di spada e rinnega, le guardie che maltrattano, i capi e i sommi sacerdoti che insinuano falsi sospetti, Pilato che non vuole sporcarsi le mani, Maria e le donne che non hanno altra parola se non il silenzio, Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo che si lasciano vincere dalla pietà...) in ognuno di essi possiamo trovare qualcuno che ci assomigli e che interpreti qualcosa della nostra vita. Ogni tipo di vicenda umana e di uomo è venuto a contatto con la Passione del Signore e ne è stato toccato: il Signore si è fatto vicino a tutti per offrire una possibilità di vita nuova, rinnovata dal suo spirito ("...chinato il capo, spirò" – emise, donò lo spirito).
Anche noi siamo dentro questo mistero. La celebrazione di questa sera ci aiuti a fermarci un po' in silenzio per contemplare l'amore del crocefisso: una croce, un crocifisso che svela – a chi ha ancora la voglia di capire – il mistero di Dio, dell'uomo, della vita. Dio muore per amore! Con la sua passione Gesù ci dice che il verbo morire può essere coniugato in modo nuovo, può assumere nuovi significati. Morire = amare all'infinito. Morire è questo il solo vero infinito del verbo amare!

Commento a cura di don Giampiero Ialongo