Omelia (08-04-2007)
LaParrocchia.it
Aprire le porte al nuovo giorno

In questa domenica, la più importante dell'anno liturgico, celebriamo con vigore e orgoglio la vittoria di Gesù Cristo sulla morte. Il messaggio cristiano del mistero pasquale è tutto incentrato e focalizzato sull'attività e sulla figura di Gesù. Pietro nel discorso che pronuncia nella casa di Cornelio mette in risalto come il mistero della passione – morte e risurrezione di Gesù Cristo è stato sperimentato e vissuto da tutto il gruppo degli apostoli e da coloro che rappresentano la comunità intera come fondamento e radice del loro esistere e della loro fede.

Per cui la prima comunità sente con forza la necessità e l'opportunità di annunciare questo mistero di libertà che viene esteso ed offerto a "vivi e morti" e verso cui converge tutta la rivelazione biblica (v. 43). Tutto questo discorso può essere anche un cliché di evangelizzazione: sarebbe utile indispensabile ed essenziale partire dai fatti, dalle attese della gente, dai problemi dei destinatari, dalle difficoltà in cui versa la società; confrontare queste "priorità" con il contenuto del kerigma pasquale che è: annuncio di pace, di liberazione, di giustizia, di salvezza, ma è soprattutto dono di Dio stesso a tutti gli uomini. Tutto ciò non è mera utopia o pura teologia ma è un impegno a rendere protagonista della nostra storia e del nostro tempo Gesù Cristo morto e risorto.
Tutto è possibile... basta volerlo!!!

Su questa scia si nuove la lettera ai Corinzi (2.a lettura). In questi tre versetti Paolo riporta un'antica tradizione: secondo l'uso ebraico nella vigilia di Pasqua la casa doveva essere sgombra da qualsiasi briciola o frammento di pane lievitato, perché poteva essere considerato impuro (Es 12,15), mentre il "nuovo" pane pasquale sarebbe stato azzimo. Per cui la celebrazione della Pasqua poteva essere possibile dopo una profonda purificazione sia della casa sia della persona. I cristiani sono già un nuovo organismo, ma corrono il rischio di essere sempre infettati e contagiati dal passato di "vecchie creature"... allora alla liberazione portata e operata da Gesù Cristo si deve abbinare l'impegno morale continuo, che fa da antidoto all'eventuale contagio.
E' questa la modalità più efficace di celebrare la Pasqua Cristiana: Gesù Cristo, agnello immolato, circondato da cristiani purificati nella nuova Pasqua.

La versione giovannea della risurrezione del Signore Gesù viene presentata nel brano del vangelo odierno. Nella narrazione non è decritto l'evento della Risurrezione che ingloba e supera la pura sperimentalità umana e storica, ma la testimonianza dell'irruzione di Gesù Cristo Risorto nella vita dei discepoli e in quella della Chiesa.

Tutto ciò che è sotto gli occhi dei due discepoli diventa un segno per chi è aperto e disponibile alla fede: da questo momento in poi è necessario guardare non solo con gli occhi del corpo ma soprattutto con gli occhi della fede. Allora si scopre che la realtà del sepolcro va colta nel suo significato più profondo e più penetrante e diviene preambolo del "credere" successivo. Il discepolo che "Gesù amava" diventa il credente – tipo che sa ormai "comprendere la scrittura", vedere cioè lo scopo e l'unità dell'intero piano salvifico di Dio.

Allora la fede apre le porte al nuovo giorno.... Una nuova storia, una nuova dimensione, un nuovo eone, un inizio che ha il suo fondamento e il suo fulcro nel Mistero Pasquale. E' questo il giorno o il momento in cui si può sconfiggere o debellare definitivamente il male e la morte.... E gli uomini possono finalmente trovare pace e gioia nel Signore Risorto.

Santa Pasqua di Pace e Amore a Tutti!!!!