Omelia (09-04-2007)
Monaci Benedettini Silvestrini
Vadano in Galilea... là mi vedranno

Timore e allegrezza sono i sentimenti che le donne manifestano all'annunzio della risurrezione del Signore. Ma non hanno ragione di temere, lo sottolinea Gesù stesso. Le invade allora una grande gioia: il sepolcro per loro è diventato non più luogo di tristezza e di lamento per un morto, ma di lode giubilante per il risorto. Le donne incontrano Gesù sulla via del ritorno dal sepolcro, il suo saluto "salute a voi" è l'ordinario saluto quotidiano, non una formula solenne di benedizione. Gesù affida loro un compito: è quello di raccogliere i suoi "fratelli", i discepoli là da dove è partito il cammino del vangelo, la Galilea. A questi sentimenti delle donne fa riscontro la pavida meschinità di quanti sono responsabili della morte del Signore. Infatti, da parte dei giudei, tutto sembra predisposto e ponderato con prudenza. Non appena il fatto viene in qualche modo a conoscenza, lo si deforma con menzogna. Ma come suona inganno tutto questo! Come possono ammettere delle guardie di aver dormito? E se Pilato ne viene a conoscenza? I falsi profeti di oggi e contestatori ad oltranza sono sulla stessa linea.