Omelia (09-04-2007) |
mons. Vincenzo Paglia |
I capi religiosi sono avvertiti dalle guardie di quanto è accaduto. Spaventati, corrompono con il denaro i soldati e li convincono a dire che sono venuti i discepoli di notte e hanno rubato il corpo di Gesù mentre loro dormivano. La testimonianza di due povere donne contro quella ben più credibile delle guardie. Il Signore sa che il mondo vuole le tombe sigillate, e si serve della menzogna e della corruzione perché non si sparga la notizia che egli è risorto. Il principe del male è disposto a tutto, perché non sia divulgata la notizia liberatrice della vittoria della vita sulla morte, della vittoria dell'amore per gli altri sull'amore per se stessi; è disposto a tutto, perché questa notizia dà agli uomini la forza di rivoltarsi contro ogni menzogna, contro lui stesso, padrone della menzogna. Da allora, chiunque annuncerà questa notizia potrà essere trascinato davanti a re e giudici per essere condannato. In questo nostro mondo c'è una cultura di morte che inizia già dai primi anni di vita con l'educazione all'egoismo e al pensare solo a se stessi, che poi diventa disprezzo per la vita degli altri e per la vita di chi soffre. La cultura della morte droga i vivi, li abbrutisce, li spegne, perché siano schiavi e giustifica il commercio della morte: il cibo viene nascosto agli affamati, la droga viene offerta ai rassegnati, le armi vengono vendute agli adirati. E si muore, si muore in tante terre, in modi diversi, credendo che ciò avvenga per motivi diversi, ma il disegno è lo stesso, è il disegno della cultura di morte che vuole gli uomini sin da giovani stupidi ed egoisti per farne dei servi. L'intimidazione e la corruzione vogliono far tacere il Vangelo della vita: non sono riusciti a far tacere il Signore Gesù e lo hanno ucciso. Vogliono far tacere anche i suoi discepoli. Non abbiate paura! Bastano due povere donne, obbedienti in tutto al Vangelo, per vincere l'intrigo dei capi. |