Omelia (12-04-2007)
mons. Vincenzo Paglia


Finalmente Gesù appare agli apostoli. Siamo alla fine del giorno della resurrezione. Gesù al mattino presto è stato con le donne, ha poi passato il resto della giornata con i due di Emmaus e solo alla sera si presenta agli apostoli. Essi stavano chiusi nel cenacolo, per paura. Una paura che tutti conosciamo bene: quante volte chiudiamo le porte del nostro cuore per timore di perdere qualcosa! Ma Gesù ancora una volta entra e si mette in mezzo a loro. Non da un lato, ma in mezzo, al centro. E dice: "Pace a voi!" I discepoli pensano sia un fantasma. Hanno sentito prima le donne e poi i due di Emmaus, ma la paura è ancora più forte delle parole dei fratelli. L'incredulità, sembra dire l'evangelista, accompagna da sempre i credenti. E Gesù insiste nel rivolgersi a loro. E' l'insistenza della Scrittura che continua a parlare a tutti noi. E poi Gesù mostra le mani e i piedi con le ferite, quasi a dire che all'ascolto deve seguire la misericordia; è necessario cioè toccare con le proprie mani le ferite presenti ancora nel mondo; è necessario andare incontro a chiunque soffre per poter comprendere cosa vuol dire la resurrezione.