Omelia (17-04-2007) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno La moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un cuore solo e un'anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune. Come vivere questa Parola? Nella luce della Pasqua, i giorni della prima comunità cristiana sanno di freschezza ed essenzialità. Luca annota la radicalità evangelica di quel gruppo di uomini e donne che sono stati sedotti da Cristo e vivono di conseguenza. Pagine di nostalgia e di fascino, trasparenti come i cieli di primavera. Su ogni scelta brilla il sole della comunione: "Nessuno tra loro era bisognoso". La pratica della condivisione e della vendita dei propri beni a favore di tutti non rimane comunque un atto esteriore, ma deriva dalla comunione dei cuori: "..un cuore solo ed un'anima sola". Per i cristiani, questo atteggiamento non restava senza conseguenze pratiche. La preoccupazione per i poveri non era un compito riservato ad un'apposita organizzazione caritatevole. La sollecitudine per le vedove, gli orfani, le famiglie di coloro che per la loro fede soffrivano nelle carceri, la visita agli ammalati, era l'impegno di ciascuno e di tutta la Comunità. Nel commentare questo passo, Giovanni Paolo II diceva: "Questa condivisione si capisce dall'attesa dell'incombente venuta di Gesù delle prime comunità cristiane; per noi oggi è veramente esemplare ed impressionante il loro senso di responsabilità per i poveri e bisognosi, il loro realismo cristiano che vede sofferenze e miserie e cerca in modo attivo ed efficace di trovare rimedio". La novità cristiana si esprime anzitutto nella fraternità. " Guarda come si amano!" è la riflessione di chi vive vicino agli uomini e alle donne della Chiesa primitiva. Condividere le speranze, le fatiche e le gioie degli altri è il segno sicuro dell'appartenenza a Cristo, di essere suo discepolo nella via evangelica. Questo significa farsi carico anche dei bisogni materiali agendo sulle strutture inique e sulla sete di potere e denaro che impediscono di giungere a un'equa distribuzione dei beni provocando l'aumento della miseria tra molti popoli a favore di pochi ricchi. Nella mia pausa contemplativa, cercherò di verificarmi su alcune esigenze della vita cristiana e mi chiederò: Che importanza ha la costruzione di fraternità nella mia vita spirituale? Ho forse una spiritualità individualistica, dalla quale i fratelli e le sorelle sono praticamente esclusi? Pregherò poi il Signore così: Allarga la tenda del mio cuore, Signore, e donami capacità di accoglienza e di attenzione per quanti mi avvicinano.. La voce di uno scrittore di spiritualità contemporaneo Una comunità viva si distingue anzitutto per il fatto che in essa i suoi appartenenti si sentono bene e a casa. I loro rapporti interpersonali sono contrassegnati da fiducia e simpatia, dall'interessamento reciproco e dall'esperienza di essere ben accetti, da un'atmosfera di amicizia alimentata dal sapere che si sta percorrendo insieme un cammino umano e spirituale. A ognuno è permesso di essere quello che è. Anselm Grün |