Omelia (15-04-2007)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse «Pace a voi!». Detto questo mostrò le mani e il costato.

Come vivere questa Parola?
A Natale gli Angeli hanno cantato: "Pace agli uomini che Dio ama". Il saluto del Risorto è "Pace". Tutta l'esistenza di Gesù è come racchiusa in questo arco luminoso che richiama il segno (l'arcobaleno) dato da Dio a Noè dopo il diluvio, quale sigillo della sua volontà di riconciliazione con l'umanità. L'evento della resurrezione ha finalmente dissigillato la sorgente da cui la pace si effonde, irrigando la terra e ricollegandola al cielo. Un dono che tuttavia non cancella i segni della passione. Anzi, sono proprio queste piaghe il segno di riconoscimento che Lui, il Risorto, la Roccia viva da cui continua a zampillare la Pace, è presente. Così per i dieci riuniti in casa, così per Tommaso, così per noi, oggi.
Gesù ha promesso che sarebbe stato con noi "ogni giorno fino alla fine dei tempi". Quindi Egli batte ancora le nostre strade, bussa alle nostre porte, anzi, entra a porte chiuse anche là dove ci fossimo rintanati in un cristianesimo dal respiro corto, fatto di pratiche e di osservanze che non attingono più all'amore. Se fatichiamo a riconoscerlo, forse, è proprio perché vorremmo che il Egli avesse cancellato ogni traccia di sofferenza. Quando allora ci viene incontro mostrandoci "le mani e il costato", nel volto segnato dal dolore dei nostri fratelli, rischiamo di respingerlo increduli. A corroborare la nostra debole fede, ci soccorre allora la testimonianza della comunità cristiana: è in seno ad essa che la manifestazione di Gesù si fa particolarmente limpida ed eloquente fino a far professare anche al Tommaso che è dentro di noi: "Mio Signore e mio Dio!"

Oggi, nella mia pausa contemplativa, proverò a immergermi nell'esperienza di Tommaso, ripercorrendone le tappe: dall'incredulità che segna anche la mia vita, a un'adesione di fede sempre più limpida e forte, che pure desidero.

Mio Signore e mio Dio, rendi limpido il mio sguardo perché sappia riconoscerti nei corpi e nei cuori piagati di tanti miei fratelli.

La voce di una santa di oggi
Gesù è l'affamato, che deve essere nutrito [...]. Gesù è l'uomo solo, che deve essere consolato. Gesù è il non voluto, che deve essere voluto [...]. Gesù è il mendicante, che deve essere gratificato di un sorriso [...]. Gesù è il piccolo che bisogna abbracciare. Gesù è il cieco, che bisogna guidare. Gesù è il muto, cui bisogna parlare. Gesù è lo zoppo, con cui bisogna camminare. Gesù è il drogato, che bisogna aiutare. Gesù è la prostituta, da sottrarre al pericolo e da sostenere [...]. Gesù è il vecchio, che deve essere servito.
Madre Teresa di Calcutta