Omelia (21-04-2007) |
Monaci Benedettini Silvestrini |
Videro Gesù che camminava sul mare E' notte fonda: i discepoli stanno attraversando il mare quando li coglie la tempesta. Eccoli privi di qualsiasi aiuto, abbandonati a se stessi. Non si tratta di una folla, ma solo del gruppetto dei discepoli; anch'essi senza Gesù sono dei poveri derelitti; solo da lui possono sperare aiuto. Il prodigio è duplice. Primo, è un miracolo il fatto che, nel cuore della notte, Gesù all'improvviso vada verso di loro camminando sulle acque. Secondo, è un miracolo il fatto che, appena Gesù è salito sulla barca, raggiungano in un attimo la riva. Gesù comanda alle forze della natura e gli obbediscono. I discepoli, quindi, non devono temere la tempesta quando egli è vicino. Tutto questo ci pensare che quando siamo con Cristo risorto la nostra vita, per agitata e burrascosa che sia, non ha motivo di spavento e di terrore. Egli ci fa arrivare sicuramente in porto. Colui che moltiplica miracolosamente il pane, che cammina sulle acque, che non conosce le distanze e che quindi domina completamente le forze della natura, può certamente trasformare il pane nella propria carne e il vino nel proprio sangue. Su entrambi i miracoli aleggia la divina e potenza affermazione di Gesù: "Io sono, non abbiate paura". |