Omelia (22-04-2007) |
padre Romeo Ballan |
Dall'incontro con il Risorto alla Missione Riflessioni Si respira aria fresca, aria di universalità, di missione nel mondo. Il terzo incontro di Gesù risorto con il gruppo dei discepoli (Vangelo) avviene non più nel Cenacolo di Gerusalemme, a porte chiuse, ma all'aperto, sulle rive del lago di Galilea, in un mattino di primavera. Il fatto di quella pesca miracolosa post-pasquale e la missione che Gesù affida a Pietro sono narrati con il linguaggio proprio dell'esperienza mistica, con ricca simbologia, e con note di una profonda affettività. In tal modo è possibile cogliere il messaggio nella sua globalità: il ritorno feriale alla pesca, il numero di sette pescatori, il mare, il fatto di pescare, la notte infruttuosa, l'alba, il Signore sulla riva, l'abbondante pesca, il fuoco per la colazione, il banchetto; e poi la missione affidata a Pietro con un sorprendente test sull'amore, la triplice consegna del gregge, l'impegno di una sequela per tutta la vita fino alla morte... Il simbolismo mistico arricchisce il fatto e ne offre una comprensione più piena e universale. Ad esempio, se il mare è simbolo delle forze nemiche dell'uomo, pescare e divenire pescatori di uomini (Mc 1,17) vuol dire liberare dalle situazioni di morte, e la pesca diventa simbolo della missione apostolica. Il successo di tale missione, per quanto rischiosa, si vede nei "153 grossi pesci" (v. 11). Fra le tante interpretazioni di questo numero, ne sottolineo due: anzitutto l'esattezza contabile di un testimone oculare ma anche il simbolismo del "50x3+3", dove il 50 è simbolo della totalità del popolo e il 3 indica la perfezione. Non sfugge quindi nessun pesce. Il banchetto, al quale sono invitati da Gesù, ricorda la conclusione della storia della salvezza. E nella triplice consegna missionaria Pietro diviene pastore di tutto il gregge. Le varie apparizioni del Risorto si possono catalogare in due gruppi: apparizioni di riconoscimento, nelle quali Gesù vuole in primo luogo farsi riconoscere 'vivente', e le apparizioni di missione, nelle quali Gesù dà incarichi precisi di immediata applicazione (andate a dire a...) o a lunga scadenza (andate in tutto il mondo, fate discepoli di tutte le nazioni...). In tal modo, gradualmente, per i discepoli si va delineando la portata universale dell'avvenimento 'risurrezioné: il Risorto (I lettura) è "capo e salvatore" di tutti popoli (v. 31) e questa Bella Notizia deve essere annunciata a tutti, ovunque! Obbedendo a Dio piuttosto che agli uomini! (v. 29) I discepoli iniziano a farlo subito in qualità di testimoni dei fatti (v. 32), con coraggio e letizia, nonostante siano "oltraggiati per amore del nome di Gesù" (v. 41). A Lui, Agnello immolato (II lettura), tutte le creature del cielo e della terra sono chiamate a rendere lode e onore per sempre (v. 12-13). L'esperienza del Risorto va oltre le apparizioni iniziali (Vangelo): si prolunga nel saper riconoscere la presenza vera ed efficace del Signore nella quotidianità semplice della vita. "Gesù si fa riconoscere nei suoi gesti, uno straordinario –la pesca miracolosa- gli altri molto semplici e familiari. Ha preparato del pane e del pesce, e li invita amorevolmente a mangiare. Prende il pane e lo dà a loro e così pure il pesce, come aveva fatto tante volte prima. Sembra che Gesù, invece di manifestare tutta la sua gloria, abbia voluto preparare i discepoli alla sua presenza misteriosa, che dopo la risurrezione è presenza universale: adesso Gesù è presente dovunque, in maniera divina, ma anche con la stessa umanità... I cristiani sono chiamati a cercare una gloria divina che non è esteriore; sono chiamati a riconoscere Gesù nei loro fratelli... riconoscere Gesù che si fa presente nei più poveri, nei più umili, nei più bisognosi: là i cristiani devono riconoscere la sua gloria, la gloria misteriosa del loro Signore e la potenza della sua azione divina, che compie prodigi attraverso mezzi umili e semplici" (Albert Vanhoye). Una vita quotidiana 'da risuscitati', vissuta nella fede e nell'amore, ha un duplice versante di rapporti: la gratitudine verso Dio e l'impegno missionario verso gli altri. Tale è l'insegnamento anche del Papa Pio XII, che esattamente 50 anni fa, pubblicò l'enciclica missionaria 'Fidei Donum', per attirare l'attenzione della Chiesa e del mondo verso l'Africa in un'epoca cruciale del suo destino millenario. L'enciclica si apre con una riflessione sul 'dono della fede' (*) come punto di partenza per l'impegno missionario nelle diverse situazioni, luoghi ed espressioni. Parola del Papa (*) "Le incomparabili ricchezze che Dio depone nelle nostre anime con il dono della fede sono motivo di immensa gratitudine... Lo spirito missionario, animato dal fuoco della carità, è in qualche modo la prima risposta della nostra gratitudine verso Dio, nel comunicare ai nostri fratelli la fede che noi abbiamo ricevuta". Pio XII Enciclica Fidei Donum, 21.4.1957 Sui passi dei Missionari - 21/4: Nel 1957 Pio XII pubblicò l'enciclica missionaria "Fidei Donum", sulla situazione delle missioni cattoliche, particolarmente dell'Africa. - 23/4: S. Giorgio (s. IV, in Palestina), santo popolare per la lotta contro il drago; martire venerato fin dall'antichità dalle Chiese di Oriente e di Occidente. - 23/4: S. Adalberto (Vojtech), vescovo di Praga e martire (956-997), intrepido missionario in Polonia e presso altri popoli slavi. - 24/4: S. Fedele da Sigmaringen (1577-1622), sacerdote cappuccino svizzero, protomartire della Congregazione di Propaganda Fide (fondata nel 1622) e dell'incipiente Ordine dei Cappuccini. - 25/4: S. Marco, evangelista, discepolo di Paolo e di Pietro, ritenuto il fondatore della Chiesa di Alessandria d'Egitto. - 25/4: S. Pietro di Betancur (1626-1667), fratello terziario francescano, missionario spagnolo in Guatemala, chiamato "uomo che fu carità" per la sua dedizione agli orfani, mendicanti, malati. 27/4: S. Pietro Ermengol (+1304), spagnolo, convertitosi da predone che era, divenne religioso mercedario e si dedicò al riscatto degli schiavi in Africa. - 28/4: S. Luigi Maria Grignion de Montfort (1673-1716), zelante apostolo nelle missioni popolari in Francia, fondatore delle Figlie della Sapienza e dei Monfortani. - 28/4: S. Pietro Chanel (1803-1841), francese, sacerdote marista, missionario nell'isola di Futuna, protomartire e patrono dell'Oceania. |