Omelia (22-04-2007)
don Roberto Rossi
Vivere con Gesù risorto nella fede e nell'amore

Il testo del Vangelo ci riporta la manifestazione di Gesù agli apostoli sulle rive del lago di Galilea dove erano tornati a pescare. Per loro, stanchi e delusi per una notte senza pesci, compie una pesca miracolosa.
Essi si aprono alla fede, "lo riconoscono"; Gesù li invita a mangiare insieme. Poi attua quell'incontro e quel dialogo profondo e grande con Pietro, tirando fuori da lui, che aveva sperimentato la debolezza e il rinnegamento, la fedeltà e l'amore più vero.
"E' il Signore", esclama il discepolo prediletto. E' questo il grido di fede che è richiesto ad ogni credente. Dopo gli avvenimenti della Pasqua, il cammino di fede dei discepoli deve continuare: i vangeli sono tutti d'accordo nel mostrarci la fatica nel credere della prima comunità cristiana, una fatica che ci consola per quelle che viviamo anche noi ogni giorno. Pietro e i suoi amici sono ritornati alla vita di sempre, alla consuetudine antica del mestiere che conoscevano. Gesù li aveva costituiti pescatori di uomini e loro ritornano a pescare semplicemente dei pesci.
L'avvenimento della Risurrezione non è ancora entrato nella loro esistenza, nonostante le apparizioni del Signore: è necessaria una nuova chiamata, l'incontro decisivo con il Risorto, la riconferma di Pietro.
Sull'unica barca, simbolo dell'unica Chiesa, tutti i discepoli sono guidati da Pietro. E' lui che si tuffa incontro al Signore sull'onda delle parole del fratello che ha riconosciuto Gesù Cristo: è la logica della Chiesa. Ognuno diventa per l'altro annuncio di Cristo; ognuno trascina l'altro nel cammino verso il Signore. Nessuno può conoscere o seguire Cristo da solo. Anche noi, siamo invitati, nei momenti difficili, ad appoggiarci alla fede dei nostri fratelli.
Sulle rive di questo mondo Lui, il Risorto, continua a d attenderci. Quando siamo stanchi e a mani vuote, ci invita a gettare le reti per regalarci una pesca miracolosa. E ci prepara la tavola per farci sedere a mensa con lui. Ci siamo chiesti anche in questi giorni: Come mi trovo in questo mondo? E possiamo avere tante preoccupazioni o tristezze, per le difficoltà e i problemi in cui ci troviamo. Ma il Signore è con noi. "Non avere paura, io sono con te, coraggio". "Io ho vinto il mondo". "Dio ha tanto amato il mondo da mandare il suo Figlio per salvare il mondo": e lo ha salvato davvero.
"Sono venuto non per giudicare il mondo ma per salvare il mondo". E' necessario credere, sentire, lasciar agire Gesù risorto e vivente nella nostra storia, nello svolgersi dei nostri giorni. Egli ci invita a voltarci sempre da quella parte dove c'è tutto il bene che lui ha operato e preparato. Ci offre la sua amicizia, la sua grazia, i suoi gesti di salvezza: i sacramenti.
Egli ci ha costruiti sua Chiesa: con il ministero di Pietro, il papa, degli apostoli, dei pastori di ogni grado; con la fede, l'amore, l'opera di comunione e di missione di tutti noi credenti.
E' toccante l'incontro e il dialogo di Gesù con Pietro: "Mi ami tu? Mi ami più di questi altri?..."
Pietro è ben cosciente delle sue debolezze e del suo peccato, ma sa dire con verità: "Signore tu sai tutto, tu sai che io ti amo!" Gesù lo conferma nel compito di supremo pastore: Pasci, pasci...
E' una domanda che nel nostro piccolo, dobbiamo sentirci rivolta anche noi da Gesù: Mi ami? Mi ami più di questi altri?... Si tratta di dare una risposta che sia sincera e vera.
Possiamo esaminare il nostro rapporto con il Pietro e i pastori nella Chiesa di oggi. Essi ci confermano nella fede in Cristo Risorto e nel dovere della testimonianza anche a costo del sacrificio: "Bisogna obbedire a Dio, piuttosto che agli uomini".
Si tratta, come credenti, di vivere la fraternità e l'esperienza della Chiesa, con i fratelli e le sorelle che Dio ci ha messo accanto. Cristo ci ha voluti insieme, non possiamo seguirlo da soli, è necessario, importante e bello appoggiarci alla fede dei fratelli.