Omelia (29-04-2007)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna.

Come vivere questa Parola
Di fronte alla richiesta pressante dei suoi interlocutori: «Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente», Gesù risponde con la metafora del pastore.
Gesù è il buon pastore che conosce e ama le sue pecore, è il pastore che si attende ascolto, obbedienza e sequela fiduciosa. Il buon pastore dà la vita eterna: questa è l'opera essenziale per cui è venuto egli è venuto. La vita eterna è la conoscenza-comunione d'amore con il Padre e con il suo Inviato.
Appartenere a Gesù significa appartenere a Dio stesso, per sempre, come Egli appartiene al Padre e il padre appartiene al Figlio, nell'unità dell'Amore, lo Spirito soffio di vita.
Il breve brano evangelico invita all'ascolto della voce di Gesù. L'evangelista Giovanni del resto presenta Gesù stesso come uno che ha visto e udito. Egli ha udito dal Padre la verità che ora proclama.
Ascoltare non è solo percepire dei suoni, ma è porre realmente attenzione a ciò che si sente e soprattutto mettersi in gioco nell'atteggiamento dell'obbedienza. L'invito dunque è quello di percorrere l'itinerario che dall'ascolto conduce alla sequela.
Nell'ottica dell'amore la sequela non è svendere la propria libertà, ma è un comprendere che soltanto nell'obbedienza amorosa e fedele si trova la pienezza della vita.

Nella pausa contemplativa di oggi invocherò lo Spirito perché a livello personale, nello scorrere dei giorni, mi aiuti a discernere la voce del pastore della vita e dell'amore vero.
Pregherò per tutta la chiesa perché docile all'azione dello Spirito manifesti la gioia della sequela del Signore e per i giovani che sentono la chiamata ad una vita di totale donazione perché siano generosi e forti nella fede.

Testimoni antichi e sempre nuovi
Tutto quello che si ottiene con facilità, lo si perde anche rapidamente. Tutto quello che si ottiene con fatica, lo si custodisce con attenzione. Abbi sete di Gesù, perché egli ti inebri con il suo amore.
Isacco il Siro