Omelia (23-04-2007)
Monaci Benedettini Silvestrini
Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna

Gesù spiega a quelli che gli chiedono: "Rabbì, quando sei venuto qui?" che la loro domanda è una maldestra espressione della fame spirituale che li travaglia. La seconda domanda tradisce la loro semplicistica concezione della religione: "Che cosa dobbiamo fare per lavorare alle opere di Dio?" Alle opere che l'uomo pretende di compiere per Dio, Gesù oppone l'opera di Dio che è la fede posta nel cuore dell'uomo. Gesù insiste sulla fede in lui solo. Egli nega che la manna sia stata il vero pane che viene dal cielo: era solo una figura, un simbolo del pane che lui stesso avrebbe dato. Nello stesso tempo, egli vuole fare comprendere ai giudei che non si tratta soltanto di un pane d'origine miracolosa. E' un pane che, pur essendo un comune alimento terrestre e producendo i medesimi effetti, è di sua natura sopranaturale, cioè dà la vita al mondo. Insomma, il cibo che dura per la vita eterna è quello dato da Gesù Cristo; anzi è Gesù Cristo stesso, che si tratta di accogliere nella fede. Chi crede già assimila Gesù come pane di vita.