Omelia (09-05-2007)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
IO SONO la vite, quella vera.

Come vivere questa Parola?
Più volte Gesù, nel definire se stesso, è ricorso a delle immagini plastiche: "Io sono il Pane", "Io sono il Pastore", "Io sono la Luce", "Io sono la Via la Verità la Vita"... Sfaccettature di un'unica realtà che rimandano oltre verso una pienezza che sfugge a ogni definizione e che è velatamente espressa da quel "IO SONO". Un Dio che, in Gesù, si è chinato sull'uomo.
La liturgia odierna introduce una nuova immagine, ben nota sin dall'Antico Testamento: quella della vigna. Esattamente Gesù parla di "vite" e di vite "vera". Infatti, quella vigna che Dio stesso ha piantato e curato con sollecito amore senza ottenerne i frutti attesi, cioè l'antico Israele, trova la sua piena espressione in Gesù. Il passaggio non è indifferente. Vi è sottesa la realtà dell'incarnazione: non più soltanto Dio che si china su di noi, ma Dio che si fa uno di noi, portando a pieno compimento tutte le attese.
L'immagine (la vigna dell'Antico Testamento) cede il posto alla realtà: la vite "vera" che è Gesù stesso e quanti restano uniti a Lui. Una Chiesa, sostanzialmente santa, ma sempre bisognosa di essere potata e mondata nei suoi tralci. Una Chiesa che conosce nei suoi membri la fragilità, le cadute, gli errori e lo stesso peccato. Ad essi, e quindi a me a te a ogni cristiano, Gesù rivolge l'invito a "rimanere" saldamente ancorati a Lui, radicati nel suo amore, consegnati all'azione del "Vignaiolo" che sapientemente pota perché il frutto sia abbondante e duraturo. Non c'è quindi spazio per lo scoraggiamento, la depressione: da qualunque situazione avvilente si può riemergere purché "il tralcio resti unito alla Vite".

Oggi, nella mia pausa contemplativa, visualizzerò una rigogliosa vite. In essa sono stato innestato con il Battesimo. La sua linfa mi vivifica nonostante i miei limiti e le mie incorrispondenze. Prenderò quindi la ferma risoluzione di non cedere alla tentazione dello scoraggiamento, bensì di impegnarmi a "rimanere" saldamente unito ad essa.

Gesù, Vite feconda che mi unisci a te, rendimi sollecito a corrispondere all'amore del Padre perché la mia vita produca frutti abbondanti per la sua gloria.

La voce di un Dottore della Chiesa
Nessuno pensi che il tralcio possa da solo produrre almeno qualche frutto. Il Signore ha detto che chi è in lui produce «molto frutto». E non ha detto: Senza di me potete fare poco ma: «Senza di me Voi non potete fare nulla». Sia il poco sia il molto, non si può farlo comunque senza di lui, poiché senza di lui non si può fare nulla.
S. Agostino